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Un legale, uno psicologo e un infermiere di strada, per aiutare senza  dimora  e persone in grave difficoltà socio economica, ma anche per risolvere situazione di degrado e di conflitto. Sono le principali novità per il 2018 del Progetto NOI – mediazione di Strada, un progetto coordinato dalla cooperativa sociale “Il Cenacolo” aderente al Consorzio Co&So, con la cooperativa “Pane e Rose”e finanziato dal Comune di Prato e dalla Regione Toscana nell’ambito del Progetto Prato, in collaborazione con il Pin Polo Universitario Pratese. Le novità del 2018 sono state illustrate venerdì 13 aprile dal vicesindaco e assessore alle Politiche per la cittadinanza Simone Faggi, dal direttore dell’area inclusione e accoglienza de “Il Cenacolo” Andrea Ricotti, dalla responsabile dell’area inclusione di “Pane e Rose” Lara Toccafondi, dal coordinatore di Progetto NOI Marco Ceccarelli e dal direttore del Pin Enrico Banchelli, in occasione della presentazione del  report sul lavoro svolto nel 2017.

Lo scorso anno, l’attività di mediazione e sostegno degli operatori e dei professionisti ha coinvolto 1145 persone che vivono una condizione di marginalità, 712 uomini, 433 donne e una famiglia. 401 persone hanno tra i 41-50 anni, 297 tra i 31 e i 40, 212 tra i 51-60 anni, 159 tra i 19 e i 30 anni, poi 5 minori e 82 persone oltre i 61 anni. Le persone intercettate con problemi di tossicodipendenze sono state 81, 39 invece sono le persone intercettate che vivono per strada con problemi di tipo psicologico o psichiatrico. “Nel corso dell’anno abbiamo registrato una media di 3 contatti al giorno, totalizzando un numero di interventi davvero notevole: lo scetticismo che abbiamo riscontrato qualche anno fa è stato sconfessato dai dati, che testimoniano infatti un allargamento del progetto sia per quanto riguarda il territorio da esso coperto che per il suo target di riferimento” afferma Enrico Banchelli. “Il Pin ha dato anche un appoggio logistico al progetto, fornendo agli operatori una base operativa nel cuore della loro area d’intervento”.

Per l’assessore Faggi “la marginalità è un problema in fase di oggettiva crescita: ne abbiamo avuto la conferma affrontando l’emergenza freddo di questo inverno, in cui abbiamo accolto nelle notti più fredde 40 persone invece delle 20 degli anni passati. La presenza continuativa degli operatori in strada ci consente di identificare ed affrontare le situazioni a rischio, collaborando con i cittadini in un processo sia di prevenzione del disagio che di promozione del benessere e del decoro urbano. Progetto NOI, per esempio, ci ha permesso di affrontare in maniera civile una situazione particolarmente delicata come lo sgombero dell’ex Valore avvenuto nello scorso anno: grazie all’intervento degli operatori è stato possibile trovare un punto di contatto con gli occupanti e trovare insieme, prima dello sgombero, nuove soluzioni per la loro accoglienza”.

Gli operatori collaborano attivamente con la comunità, avendo rapporti continuavi con i comitati di cittadini, le istituzioni e le scuole. Nel 2017 sono stati 1044 i contatti avuti, da cui si sono generate segnalazioni e necessità di intervento attraverso la mediazione. Molto utilizzato anche lo sportello di ascolto posto all’interno della Mensa Giorgio La Pira. Altri utenti sono stati invece segnalati direttamente dalla direzione dei Servizi Sociali del Comune di Prato. L’attività di presidio territoriale si è ampliata oltre il centro storico, quindi verso la stazione centrale, viale Vittorio Veneto, via Roma, via Baldinucci, via Ferrucci, piazza Oberdan, il parco Reginaldo Giuliani e le zone adiacenti. Per il 2018 l’attività si allargherà ancora: oltre ai percorsi di sostegno, mediazione e presidio, saranno incentivate le attività multidisciplinari.

“Per quest’anno stiamo lavorando su due fronti – spiega  Andrea Ricotti – da una parte rafforziamo i legami costruiti in questi mesi, soprattutto con le associazioni di cittadini e allo stesso tempo vogliamo incentivare una partecipazione attiva rendendo i residenti e i negozianti protagonisti del processo di integrazione e di risoluzione dei conflitti. Stiamo lavorando anche ad un percorso di educazione con le persone che vivono una situazione di marginalità, per favorire il processo di integrazione. I risultati raggiunti in questi mesi ci spingono a lavorare in questa direzione, grazie anche  alla collaborazione attiva con le istituzioni, come il Comune di Prato, e le altre associazioni che sul territorio vivono e lavorano”.

I nuovi passi del Progetto NOI nel 2018. Gli operatori passano da 3 a 6: verranno inserite la figura di un legale e di uno psicologo, per venire incontro a tutte le esigenze e dare risposte più immediate e risolutive ai bisogni; a presidiare le strade ci sarà anche un infermiere di strada, che aiuterà le persone a iscriversi al servizio sanitario, a scegliere il medico e il pediatra, faciliterà l’accesso alle strutture sanitarie e valuterà le condizioni di salute generali delle persone senza dimora. Verrà intensificata la collaborazione con le scuole, dopo la positiva esperienza nella scuola dell’Infanzia “Il Campino” sulla sensibilizzazione verso la raccolta dei rifiuti pericolosi. Proseguirà il lavoro mattutino nelle stazioni, portando la colazione alle persone che lì dormono per instaurare così legami nuovi. “Lo scorso anno in 8 uscite sono state intercettate 120 persone” afferma il Coordinatore Marco Ceccarelli. “Verrà implementato il lavoro notturno, per monitorare e lavorare sulle situazioni critiche, soprattutto dal punto di vista sanitario. Vista la quotidiana presenza di senzatetto, la Biblioteca Lazzerini verrà monitorata maggiormente dagli operatori. Verrà inoltre attivato anche un numero telefonico a cui risponderà un operatore 24 ore su 24. Per tre nuclei familiari già seguiti dai servizi sociali, verrà creato un percorso specifico verso l’autonomia abitativa. Periodicamente ci saranno incontri con i servizi sociali del comune di Prato, per concordare e confrontarsi su casi ben specifici”.

Per raccontare l’esperienza fatta dal 2015 ad oggi, individuare nuovi bisogni del territorio e contemporaneamente elaborare nuove metodologie di intervento,  il 14 maggio si terrà il convegno  “Noi…Altri” a Prato, presso la Biblioteca Lazzerini. Parteciperà all’incontro anche il Gruppo Abele di Don Luigi Ciotti. Quell’occasione sarà un importante momento di scambio e di riflessione per fare  un ulteriore passo avanti nell’affrontare e superare il problema della marginalità

Un giornale che racconta di paesi lontani, sogni e speranze ma anche drammi umani e difficoltà da superare ogni giorno. Dopo un periodo di sperimentazione in Mugello, parte a tutti gli effetti “La Nostra Voce”, il bimestrale scritto dai richiedenti asilo delle strutture di accoglienza gestite dalla cooperativa Il Cenacolo. Il giornale sarà distribuito in 200 copie gratuite a Fiesole e dintorni. “Un’esperienza unica per gli ospiti delle nostre strutture perché con carta e penna hanno la possibilità di raccontare chi sono e farsi conoscere nel territorio che li accoglie – dice Matteo Conti, presidente della cooperativa “Il Cenacolo”, aderente al Consorzio Co&So -. Questa è un’opportunità importante di avvicinamento ai profughi, soltanto attraverso la conoscenza delle loro storie e delle loro difficoltà si possono abbattere tanti muri che oggi ci separano da una reale integrazione”.

Per il momento sono stati coinvolti cinque migranti, che fanno da “giornalisti” andando a raccogliere storie e facendo interviste, ma il loro numero è destinato a crescere. I profughi arrivano da paesi diversi Gambia, Nigeria, Senegal, Costa D’Avorio. Nel giornale sono raccontate tradizioni e culture diverse, e soprattutto esperienze di vita in Italia, dalla diffidenza di alcuni nei loro confronti alla gentilezza di altri che li hanno accolti senza pregiudizi. Ma scrivere è anche un modo per esorcizzare le sofferenze subite: “Mai avrei pensato che sari sopravvissuto alla Libia per gli abusi subiti, sia fisicamente che verbalmente. Ogni giorno era come vivere l’inferno, ho vissuto ogni giorno col pensiero di essere ucciso”, racconta nel suo articolo Cessay Omar.

“L’idea di questo giornale – racconta Matteo Conti, presidente la cooperativa Il Cenacolo – è nata quando abbiamo letto la commozione negli occhi di un giovane ghanese subito dopo avergli dato una matita e un quaderno. Lo scopo è che, questa volta, siano proprio gli immigrati a dare qualcosa agli italiani”. Anche la distribuzione è curata dai richiedenti asilo, che possono usare quest’occasione per parlare con le persone.  

Un torneo di calcio, giochi e attività per grandi e piccoli e momenti di riflessione e confronto con le istituzioni.  E’ il meeting sull’educazione “Dammi il 5!”, dal 7 al 10 maggio,  ma a tutti gli effetti è la festa del Quartiere 5 di Firenze, organizzata dalla cooperativa Il Cenacolo aderente al Consorzio Co&So e dal Quartiere 5, grazie alle realtà educative che operano nel quartiere Le Piagge, come il Centro Giovani Isola, la Ludoteca La Prua e il bar no-alcool L’Approdo.

 

Nato nel 2010,  l’evento ha uno scopo: aiutare, o meglio educare,  i cittadini ad essere parte di una comunità, soprattutto in realtà periferiche. Per farlo istituzioni e operatori del privato sociale lavorano insieme per approfondire e arricchire i metodi educati destinati a giovani e meno giovani che vivono una determinata realtà.

Si parte lunedì pomeriggio, dalle 16, al Centro giovani Isola in via della Sala 2/d, con il  laboratorio sul gioco e legalità  e le attività ludiche per bambini e genitori. Il giorno dopo (sia l’8 che il 9 maggio) entra nel vivo il “Torneo della Legalità” di calcio  presso la Polisportiva  Firenze Ovest in via Pistoiese 373 Firenze. Mercoledì, all’ITI Leonardo da Vinci, dalle 10 alle 13, i ragazzi parteciperanno ad un seminario con la polizia di stato e la polizia municipale insieme al presidente del quartiere 5 Cristiano Balli. Giovedì pomeriggio, dalle 16, sono in programma giochi e animazione per tutte le età  nello spazio verde antistante al Viper Theatre in via Lombardia 319.

La sera, dalle 20.30, arriva il momento clou:  il palco del Viper si anima con Hip Hop Jam e i giovani musicisti.  Protagonisti i ragazzi che vivono nel quartiere Le Piagge e i giovani ospiti dei centri di accoglienza

 

“Non sarà solo un concerto, ma sarà l’occasione per comunicare uno scambio culturale positivo,  un dialogo sincero tra mondi spontaneamente vicini – dichiara Gabriele Cicconi della Cooperativa il Cenacolo – Abbiamo attivato con questi ragazzi percorsi di integrazione e di inclusione sociale e queste occasioni di restituzione sono fondamentali per costruire un senso di comunità e allontanare pregiudizi e luoghi comuni”

 

Un confronto durato oltre due ore e che ha visto da una parte gli studenti americani della Diablo Valley University, dall’altra i richiedenti asilo ospiti del CAS (Centro di Accoglienza Straordinaria) di Fiesole a Borgunto gestito dalla cooperativa Il Cenacolo, aderente al Consorzio Co&So.

Un’occasione promossa per scambiare esperienze e impressioni sull’argomento immigrazione, prescindendo da stereotipi e preconcetti. Accompagnati da un educatore de Il Cenacolo e da due volontari, cinque ospiti africani anglofoni del CAS di Fiesole hanno incontrato studenti californiani di Scienze Politiche della Diablo Valley University, in Italia con un loro docente per un semestre, per studiare la prospettiva europea e il modello di accoglienza italiano su un tema attuale sia in Europa sia negli Stati Uniti: l’emergenza immigrazione.

È stato uno scambio vero, rispettoso e commovente – ha spiegato il coordinatore de Il Cenacolo Davide Delle Cave – con domande molto dirette e senza giri di parole da entrambe le parti. I giovani africani hanno raccontato con immediatezza e dignità le loro drammatiche esperienze di viaggio e di vita, mettendo in evidenza le profonde differenze ma anche gli inaspettati punti di contatto tra le due società su temi come l’impatto della politica sul tema dell’immigrazione, le diverse prospettive sull’Italia, la convivenza con il pericolo, la violenza contro i minori, il valore della vita umana, il rispetto dei diritti e l’accesso alla conoscenza. L’incontro ha fruttato a entrambi i gruppi un allargamento della prospettiva sui reciproci mondi di provenienza e un profondo livello di condivisione a livello umano.”

È in preparazione una successiva occasione di confronto prima del rientro degli studenti negli Stati Uniti, alla fine di aprile.

Sono ripartiti i laboratori creativi della cooperativa Odissea aperti a tutta la cittadinanza, tra questi il gettonatissimo corso di ceramica “Terra di tutti”, che attraverso il lavoro con l’argilla vuole stimolare il dialogo tra le culture e il corso di teatro sociale che coinvolge anche i richiedenti asilo. Sono questi alcuni dei laboratori dinamici di integrazione sociale pensati dalla cooperativa sociale, nata nel 2007 dal progetto comune di alcuni giovani di rispondere al “problema” dell’immigrazione in modo positivo.

Dal 2014 Odissea è soggetto gestore del progetto SPRAR del Comune di Capannori che ospita richiedenti asilo nella Casa di Accoglienza di Lunata e in appartamenti situati sul territorio, ma porta anche avanti progetti di animazione ed educazione rivolti a giovani italiani e stranieri di seconda generazione, si prende cura anche di donne sole con bambini in situazione di disagio socio – abitativo, si occupa di mediazione sociale all’intero dei condomini di edilizia residenziale pubblica e mediazione linguistico-culturale nelle scuole.

Tra le attività finanziate dalla cooperativa dal 2017 c’è il corso di ceramica al quale partecipano cittadini di Lucca e i richiedenti asilo e rifugiati accolti nelle strutture di accoglienza. Il laboratorio, al centro giovani di Santa Margherita a Capannori, è animato dagli artisti del progetto Nimmo, Tonja Pierallini e Simone Gelli, mentre le cornici per i lavori sono realizzate nel centro di riuso solidale Daccapo. Una buona occasione questa per conoscere persone di nazionalità diversa, sperimentare varie tecniche per lavorare questo antico materiale e anche per raccontare se stessi, attraverso l’arte.

Isole Ubuntu” è invece il corso di teatro sociale in collaborazione con l’associazione culturale Experia che si svolge a Lucca e Capannori. Il laboratorio prevede una serie di incontri, fino a giugno 2018, durante i quali si imparano a usare anche materiali multimediali in collaborazione con i ragazzi del liceo artistico musicale Passaglia di Lucca, indirizzo audiovisivo e multimediale, nell’ambito del progetto europeo Erasmus plus.

Attraverso le tecniche del teatro e della multimedialità il progetto vuole promuovere nuovi metodi di integrazione interculturale, far esplorare ai partecipanti la ricchezza della realtà della società moderna. Il tema del laboratorio 2018 è “la casa”, un tema trasversale a tutte le culture, a tutti i tempi e i luoghi.

 “La cosa bella è che c’è stata da subito una buona partecipazione dei cittadini lucchesi ai nostri laboratori – commenta Valerio Bonetti, responsabile della cooperativa Odissea – persone che hanno accolto con piacere l’invito da parte della cooperativa: la buona accoglienza la fanno infatti le comunità e i territori che accolgono, il nostro compito è quello di facilitare le interazioni sociali”.

Continua Bonetti: “I corsi infatti sono strutturati intorno a un tema comune, quello della socialità. Per le persone in accoglienza i laboratori sono un’opportunità da cogliere, sia per apprendere nuove competenze sia per incontrare persone del territorio, in vista di un futuro inserimento sociale e lavorativo. Odissea ha fatto una scelta precisa, quella di considerare l’accoglienza non solo una questione di vitto, alloggio (e forse di corsi di italiano), ma è importante per noi dare strumenti per l’autonomia e quindi organizzare anche attività diverse con l’obiettivo della formazione professionale e della socializzazione”.

Parlare liberamente delle paure, dei problemi percepiti e vissuti legati all’accoglienza e alla crisi migratoria e lavorare insieme per trovare soluzioni condivise ai problemi della città. Sono alcuni degli obiettivi del progetto del centro di accoglienza Il Gerlino che ha messo al lavoro i suoi operatori nelle piazze del centro storico di Sesto Fiorentino, piazza Vittorio Veneto e piazza del Mercato, al fine di creare sulla strada spazi di dialogo che possano facilitare le relazioni e la conoscenza tra migranti e sestesi.

Vengono infatti dal Bangladesh, dal Senegal, dalla Liberia, dal Mali come dal Pakistan i nuovi frequentatori del centro storico della città, sono i richiedenti asilo del centro di accoglienza dell’ex hotel Il Gerlino gestito dalla cooperativa sociale Il Cenacolo (del gruppo cooperativo Co&So) e con la loro presenza le strade e le piazze sono diventate palcoscenico di una nuova quotidianità imperniata su differenze socio culturali e linguistiche, talvolta radicali, che rischiano di generare sentimenti di allarmismo, paura e distanza.

Per affrontare questi sentimenti nasce l’azione di mediazione sociale sviluppata dagli operatori del centro di accoglienza di via Mazzini, che lavorano per ascoltare e incoraggiare cambiamenti e soluzioni di possibili conflitti. Per quattro ore ogni giovedì mattina con il mediatore linguistico culturale Pape Diaw gli operatori del centro di accoglienza parlano con i cittadini per raccogliere percezioni, esigenze, proposte. Per risolvere alcuni dei problemi segnalati sono state già messe in pratica azioni come l’operazione anticicche che si è svolta a luglio, ma sarà replicata presto con altri volontari: migranti del centro Il Gerlino, scout e cittadini sestesi sono partiti per raccogliere carte e cicche e restituire decoro alla piazza e al parcheggio di fronte al palazzo comunale.

Un’altra delle azioni condivise è il “Laboratorio di orientamento al lavoro” che prevede il coinvolgimento di sei ospiti del Gerlino e dei commercianti. Venerdì scorso i migranti che “si sono allenati” nella ricerca attiva di un lavoro hanno simulato un colloquio di lavoro grazie al titolare del Bar Blu Via Dante Alighieri. E le simulazioni continueranno in futuro con il coinvolgimento delle altre attività commerciali intercettate dai mediatori di strada.

Oltre a garantire la presenza fissa in piazza tutti i giovedì, per l’ascolto e il dialogo, oltre a replicare i progetti già concretizzati (l’operazione di pulizia e la simulazione del colloquio di lavoro) gli operatori del centro di accoglienza organizzeranno nei prossimi mesi anche visite guidate (condotte dal gruppo di frequentatori abituali della piazza che porteranno i migranti del centro di accoglienza a conoscere i luoghi storici del centro di Sesto Fiorentino), workshop fotografici e laboratori in piazza che coinvolgeranno ancora insieme rappresentanti delle associazioni sestesi, negozianti, cittadini e migranti.

“Questo intervento – spiega Dalila De Pasquale, coordinatrice del progetto per il Cenacolo – ci permette di osservare dinamiche di incontro e tensioni che si ripetono sulla strada, raccogliendo proposte di trasformazione dei conflitti da parte di residenti sestesi, migranti, associazionismo, autorità e commercianti secondo un modello di partecipazione e cittadinanza attiva e di dialogo dal basso. I cittadini che hanno interesse a partecipare o avere maggiori informazioni, possono passare a trovarci in piazza il giovedì mattina oppure telefonare al numero 055/0981224 (Cas Il Gerlino)”.

“Fin dall’avvio abbiamo seguito con grande interesse questo progetto che si inserisce a pieno tra le politiche attive per la prevenzione di situazioni di marginalità e rifiuto – spiega l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Sesto Fiorentino Camilla Sanquerin – È evidente come la conoscenza reciproca sia alla base dell’accettazione positiva delle diversità e il fatto che questa avvenga per strada, nei luoghi e nelle situazioni informali della quotidianità, rappresenta un elemento di straordinaria importanza. Il bilancio di questi primi sei mesi dell’iniziativa è molto positivo: i cittadini non hanno esitato a segnalare all’Amministrazione e alla cooperativa disagi, dubbi e problemi legati a questo nuovo ‘vicinato’, ma sono stati al contempo molto disponibili e collaborativi nel trovare soluzioni e nel costruire occasioni di incontro e conoscenza. Un’ulteriore dimostrazione di come, al di là delle discussioni esasperate sui social, Sesto sia una città aperta e accogliente”. 

Il centro di accoglienza straordinaria gestito dalla cooperativa sociale Il Cenacolo, aderente al gruppo cooperativo Co&So, è stato aperto due anni fa nei locali della ex biblioteca e da quest’anno si è trasferito accanto all’ex hotel Il Gerlino.

Dal 2016 nell’ambito dei protocolli di intesa “MigrAzioni per gli altri” e “MigrAzioni per lo Sport” sviluppati dal Comune di Sesto Fiorentino, 25 ragazzi sono stati coinvolti in attività di volontariato, sport e attività teatrali grazie all’impegno di associazioni sestesi come Agesci, Misericordia, Doccia Calcio, Laboratorio Nove e Auser. Alcuni di loro sono riusciti a trovare un’occupazione nel campo della pelletteria e della ristorazione con un regolare contratto o sono inseriti in un percorso di formazione/orientamento al lavoro.

Un albero di Natale alto oltre 4 metri e un presepe realizzati in legno con materiali di recupero dai migranti ospiti della cooperativa sociale “Il Cenacolo” – aderente al gruppo cooperativo Co&So –  hanno preso posto nel cortile di Palazzo Panciatichi del Consiglio Regionale della Toscana (via Cavour, 4 Firenze).

 

L’albero e il presepe sono risultati del corso di falegnameria promosso dalla cooperativa “Il Cenacolo” dedicato agli ospiti delle strutture gestite dalla cooperativa a Dicomano e Polcanto in provincia di Firenze.

“Un’occasione importante per mostrare una piccola parte del lavoro fatto con gli ospiti dei centri di accoglienza – spiega Matteo Conti, presidente de Il Cenacolo – Un percorso di inclusione e integrazione testimoniato da tante attività come l’inserimento di alcuni ragazzi nel coro Novecento”.

Gli operatori del centro di accoglienza PACI sono dei panda (“animali in via d’estinzione”), i migranti sono uccelli migratori e, metamorfosi  a parte, le storie raccontate dal fumetto di Simone Pieralli, sono tutte vere. Sono i racconti raccolti dal fumettista che ha ascoltato “ogni persona passata per quegli uffici, davanti o dietro alle scrivanie, e che ha lasciato un pezzetto della sua storia”, trasformato poi dalla matita di Pieralli in un racconto costruito con ironia.

I disegni raccontano la difficile ricerca di un lavoro adatto a ogni uccello migratore, l’impegno dei panda nel districarsi con la burocrazia per rispondere ai bisogni delle persone assistite, l’incontro con altre culture, le buone pratiche dell’accoglienza, le esperienze di riscatto e di ripartenza dopo la fuga da guerre e persecuzioni: “Il fumetto, che parla solo attraverso il disegno, è passato di mano in mano, ha raggiunto anche a chi parla altre lingue, è servito a strappare un sorriso ai protagonisti delle storie”, spiega ancora il fumettista.

“PACI. A true story” è il condensato di un lavoro di accoglienza e integrazione che va avanti da sette anni del centro di via Caccini, gestito dalla Cooperativa Il Cenacolo aderente al Consorzio Co&So che in questi anni è riuscito a garantire al 70 % degli ospiti il raggiungimento dell’indipendenza, attraverso il lavoro e l’alloggio.

“Dall’inizio della sua attività, il centro situato nel complesso della Madonnina del Grappa ha accolto oltre 500 persone – spiega il direttore Mauro Storti –  Il percorso di accoglienza e integrazione prevede corsi di italiano, inglese e alfabetizzazione informatica, orientamento al lavoro e assistenza socio-sanitaria. L’obiettivo è rendere i migranti persone autonome e integrate nella società, sia dal punto di vista abitativo che economico. Ogni anno gli inserimenti lavorativi sono in media 45”.

​LINK DOWNLOAD  FUMETTO ​“PACI. A true story”


Un centro per ragazzi in difficoltà che lega educazione e lavoro. Si chiama “Il Ponte” il nuovo centro socio-occupazionale che è stato inaugurato oggi, 26 ottobre, in via Enrico Mattei 7, nel comune di Scarperia e San Piero a Sieve in provincia di Firenze. 

Il centro è pensato e realizzato dalla Cooperativa Sociale Convoi grazie al sostegno della Fondazione Allianz UMANA MENTE e alla collaborazione della Società della Salute Mugello.

Il Ponte è un servizio socio-educativo per ragazzi di età compresa fra i 16 ed i 21 anni in carico ai servizi sociali, sia all’interno che fuori dai percorsi formativi e scolastici. I ragazzi che saranno seguiti al Ponte si trovano in condizioni di disagio evolutivo e familiare, o hanno disabilità o lieve ritardo mentale, o sono a rischio di devianza.

Nel centro si punterà a sviluppare le abilità personali e le competenze relazionali dei ragazzi attraverso attività educative e di formazione-lavoro, curate da educatori professionali. Il Ponte sarà quindi un luogo dove imparare, dove comunicare con gli altri, dove divertirsi in uno spazio sereno e libero da tensioni.

Le esperienze di lavoro per i ragazzi del Ponte (la prima è una lavorazione di piume di struzzo per alcune case di moda) saranno quindi alternate a quelle educative e laboratoriali, per un processo di maturazione personale, che si affianca a un percorso di inclusione sociale e di riabilitazione.

Il Ponte nasce non a caso all’interno dello stabilimento del Progetto Articolo 1 (sebbene si trovi in spazi ben distinti), un’attività produttiva gestita sempre dalla cooperativa Convoi, incentrata principalmente sull’assemblaggio, dove sono state inserite persone svantaggiate.

“L’aspetto connesso al tema del lavoro è fondamentale per la crescita personale e relazionale delle persone – commenta Matteo Tagliaferri, Coordinatore Coop Convoi Zona Mugello – Far convivere le due realtà (Il Ponte e il Progetto Articolo 1) permette di creare i presupposti per una dimensione di comunità attiva e inclusiva, in cui tutti possono trovare il proprio ruolo e un senso profondo per il proprio impegno”.

Continua Tagliaferri: “Il Ponte vuole collegare il mondo del sociale con quello delle imprese: incentivando esperienze pilota di economia responsabile, dove la relazione economica può diventare la piattaforma progettuale per un modello di welfare nuovo e sostenibile”.

20 Marzo 2017 | | Convegno

Prato || Aula Magna Pin – Polo Universitario Città di Prato, Piazza Ciardi 25

La Cooperativa Sociale Arkè promuove il Convegno sul sostegno alla Creazione di un sistema Regionale Toscano per l’integrazione delle politiche sociali e delle politiche attive del lavoro.

Programma

Ore 9.30 – Apertura Workshop
Saluti Assessore Vittorio Bugli, Regione Toscana
Saluti Assessore Simone Faggi, Comune di Prato

Ore 10.00 – L’impegno della Regione Toscana per un sistema regionale di integrazione delle politiche sociali e delle politiche attive del lavoro (Alessandro Salvi, Regione Toscana)

Video di presentazione del progetto MELT2 “C’è un posto per tutti”

Ore 10.30 – Presentazione servizi per l’impiego della Regione Toscana (Simone Cappelli, Regione Toscana)

Ore 10.45 – Il Progetto MELT1: azioni e risultati (Federico Grassi, Arké Cooperativa Sociale)

Ore 11.00 – Rilevazione fabbisogni territoriali: presentazione questionario

Ore 11.10 – Coffee break e compilazione questionario

Ore 11.50 – Restituzione questionari compilati

Ore 12.00 – Presentazione fasi del progetto: azioni territoriali (Valentina Sardi, Comune di Prato)

Ore 12.15 – Il progetto MELT2 e le relazioni con la programmazione FAMI, PON, POR/FSE E SIA (Mauro Soli, Pin Polo Universitario città di Prato)

Ore 12.30 – Conclusione dei lavori

Info e contatti:
PIN – Polo Universitario “Città di Prato” – Ufficio Comunicazione – T. 0574 602543/45 – E-mail: comunicazione@pin.unifi.it