Dopo che 30 ragazzi ospiti delle strutture di accoglienza del Gruppo Incontro sono stati invitati a unirsi alle tavole delle famiglie pistoiesi; dopo 16 pranzi organizzati, nel corso di un mese e mezzo, nelle case di Pistoia, Santomato, Santomoro, Pescia, Firenze, Montale e Viareggio; dopo che 5 cene hanno avuto come protagonisti piatti della tradizione culinaria degli ospiti, l’iniziativa #apriteleporte viene riproposta con nuovo slancio (oltre il termine indicato in precedenza) per combattere ancora, nelle prossime settimane, la paura, la diffidenza e i pregiudizi.

Gli inviti arrivati da luglio sono stati infatti più numerosi di quelli attesi, alcune cene e alcuni pranzi sono ora in via di definizione e dalla cooperativa sociale Gruppo Incontro commentano: “Siamo molto soddisfatti sia dell’entusiasmo con il quale è stata accolta questa proposta, sia dei riscontri che arrivano dalle famiglie invitanti e dai ragazzi invitati. La cosa che ci ha fatto particolarmente piacere è che circa la metà degli inviti ricevuti sono arrivati da persone esterne alle reti di conoscenza della cooperativa”. Oltre le aspettative non sono solo i numeri degli inviti ma anche i legami che si sono creati: “Alcuni ragazzi continuano ad essere in contatto con le famiglie che li hanno invitati altre volte”. 

“Qualcuno ci ha detto che questa esperienza gli è servita per riflettere su quanto sia bello incrociare la diversità e trovare linguaggi comuni nei piccoli gesti”, spiega Donata Carradori, referente progetto Cas per Gruppo Incontro. Continua Carradori: “Pensiamo di proporre alle famiglie con cui i ragazzi sono entrati in contatto altre attività da fare insieme e probabilmente anche noi #apriremoleporte dei nostri centri per permettere nuovi incontri, piccoli passi, alla portata di tutti, per conoscersi meglio, al di là dell’indifferenza”.

I migranti accolti dalle famiglie pistoiesi per un pranzo o una cena sono accompagnati da un operatore o da un insegnante della cooperativa e sono scelti in base alla loro disponibilità, alla conoscenza della lingua italiana e alla propensione alla socialità. Per partecipare all’iniziativa #apriteleporte c’è quindi ancora tempo, basta dare la propria disponibilità scrivendo a progettoinclusione60@gmail.com o telefonando a 345 9317168  indicando possibili date, il numero degli invitati e l’eventuale conoscenza delle lingue inglese o francese.

Più di 60 famiglie che si sono avvicinate allo sportello di ascolto, 80 ore di incontri tra genitori e pedagogisti, nutrizionisti e pediatri, 2 inserimenti al nido e 4 alla materna, in tutto un centinaio di bambini che ora hanno una chance in più di crescere sereni e di andare a scuola. Questi sono i risultati raggiunti nei primi sei mesi dell’anno da Family Hub, il  progetto sperimentale realizzato dal Gruppo Cooperativo CGM e dal Consorzio Co&So, che ha l’obiettivo di sostenere le famiglie più fragili, quelle straniere, senza lavoro o con un reddito che scivola verso la soglia di povertà, con forti barriere linguistiche e culturali che possono frenare il processo di integrazione sociale anche per i più piccoli.

L’incremento dei nuclei familiari raggiunti dal progetto è stato possibile grazie alla collaborazione del Comune di Firenze, che ha aperto le porte delle ludoteche dei Quartieri 4 e 5 (Carrozza di Hans, Castello dei Balocchi, Mondolfiera). Questi tre spazi si sono aggiunti alle scuole dell’infanzia “La Nave” di Firenze e “Sacro Cuore” di Scandicci, dove Family Hub ha iniziato a operare un anno fa.

Molte le azioni che hanno permesso a Family Hub di farsi conoscere sul territorio e raggiungere numeri così importanti.

In primo luogo, l’avvio di uno sportello d’ascolto “diffuso”, seguito da uno staff di mediatori culturali di Nosotras, che ha messo a fuoco i bisogni dell’utenza: iscrizioni scolastiche e ai centri estivi, reperimento, comprensione e compilazione di moduli, richiesta di aiuto psicologico.

Altro capitolo importante, il sostegno alla genitorialità. Circa 80 ore sono state dedicate a incontri tra professionisti dell’area educativa (pedagogisti, nutrizionisti, pediatri, fisioterapisti) e i genitori.

Inoltre, nei primi sei mesi dell’anno sono stati inseriti due bambini all’interno del nido della scuola “La Nave”e altri quattro bambini, accolti dal centro Slataper, hanno potuto frequentare la scuola materna per tutto il periodo dell’accoglienza.

Infine, durante il mese di luglio, 12 bimbi provenienti da famiglie segnalate dai servizi sociali del Comune di Firenze hanno partecipato gratuitamente ai campus estivi che la cooperativa L’Abbaino aveva attivato presso il nido aziendale “Il Giardino dei Grilli”.

L’esperienza di Family Hub si concluderà, dopo due anni di attività sperimentale,  a dicembre di quest’anno. Il suo operato ha già ottenuto importanti riconoscimenti. Nel 2016 il progetto infatti si è classificato tra i 10 vincitori del bando nazionale “Infanzia, prima” della Compagnia di San Paolo, Fondazione con il Sud e Fondazione Cariplo.

«L’attività che sta svolgendo Family Hub ha il suo fulcro e motore nel coinvolgimento delle famiglie e nella creazione di relazioni stabili» commenta Claudia Calafati, direttore dell’area educazione del Consorzio Co&So. «La socialità è importante perché stimola l’integrazione reale degli adulti e la crescita dei bambini in un contesto protetto – per quanto possibile –  dalle incertezze economiche e lavorative dei genitori».

 

La solidarietà è contagiosa, lo dimostra il successo ottenuto dalla seconda edizione di “Aggiungi un posto a tavola”, il progetto nato per favorire l’integrazione dei migranti, ideato dalla Cooperativa sociale Odissea (gruppo Co&So) insieme all’Osservatorio per la Pace del Comune di Capannori, alla Caritas della Diocesi di Lucca e alla Cooperazione Missionaria Diocesi di Lucca.

In due mesi, sono state 26 le famiglie che hanno chiesto di partecipare invitando a cena un richiedente asilo ospitato nelle strutture di accoglienza gestite da Odissea a Lucca e a Capannori.

Le cene realizzate per il momento sono state 22 (altre saranno organizzate a breve), per un totale di 25 migranti, tra i 17 e i 30 anni.

Rispetto all’edizione della scorsa estate, quest’anno il numero dei partecipanti è raddoppiato, e il coinvolgimento ha fatto un decisivo salto di qualità. «Il progetto ha raggiunto anche famiglie che non gravitavano intorno alla nostra cooperativa e che sono venute a sapere dell’opportunità attraverso i social e i volantini che avevamo distribuito. Abbiamo avuto richieste non solo da Capannori, ma anche da Lucca, da Pisa e dalla Versilia» racconta Patricia Barsi di Odissea, che ha curato la parte organizzativa di “Aggiungi un posto a tavola”.

«Tanti i nuclei con figli adolescenti, che grazie al nostro progetto hanno potuto incontrare coetanei con storie molto diverse dalle loro. Inoltre, siamo stati contattati anche da alcune associazioni del territorio che desideravano fare questa esperienza insieme ai loro soci. Inoltre, ci ha fatto piacere scoprire che molte famiglie hanno continuato a coinvolgere i migranti nelle loro attività, a dimostrazione che l’integrazione è possibile e passa attraverso la conoscenza».

Per ricambiare l’ospitalità, mercoledì prossimo, nell’uliveto della parrocchia di Segromigno in Monte, i migranti offriranno una cena alle famiglie italiane che hanno contribuito al progetto. Tre squadre in cucina realizzeranno piatti tipici del Pakistan, del Senegal e della Guinea. Al termine, musica dal vivo e proiezione di fotografie.

Insieme a tutta l’equipe di Odissea, alla serata parteciperà anche il vescovo della Diocesi di Lucca, Italo Castellani. 

 

Manager culturale 2.0” e “Sì all’impresa creativa”. Così si chiamano i due corsi che FormAzione Co&So Network sta per varare con l’obiettivo di dare a giovani e disoccupati l’opportunità di inserirsi nei settori della cultura e degli spettacoli. Una formazione mirata, dunque, rivolta a chi vuole apprendere le tecniche di gestione e organizzazione di beni ed eventi, e a chi invece progetta di creare un’impresa tutta sua.

I due corsi sono interamente gratuiti perché finanziati con le risorse del POR FSE 2014-2020. Infatti rientrano tra i progetti formativi strategici di Giovani Sì, realizzati dalla Regione Toscana (www.giovanisi.it).

 

Eccoli nel dettaglio.

Manager Culturale 2.0”il corso è rivolto a diplomati, disoccupati o inoccupati, e formerà 10 partecipanti per la qualifica di “Tecnico delle attività di mediazione culturale per la promozione dello spettacolo dal vivo e la formazione di spettatori consapevoli”. Il percorso di formazione è composto da 600 ore, delle quali 30 di accompagnamento e 180 di stage in aziende del settore. Il percorso formativo avrà un taglio fortemente interdisciplinare, volto a fornire competenze umanistiche e manageriali, ma anche informatiche e telematiche, con una particolare attenzione alle nuove forme di promozione digitale, di comunicazione e di web marketing.

Le lezioni si svolgeranno, da ottobre 2018 a maggio 2019, presso la sede di FormAzione Co&so Network, in via Valdipesa 4, Firenze (zona Novoli)

Info link: http://formazionenet.eu/ formazione/ professionalizzante/101- manager-culturale-2-0.html

Sì all’impresa creativa”il corso, organizzato in collaborazione con COOP-UP (Confcooperative Toscana), è rivolto a 8 giovani “under 29”, disoccupati o inoccupati, che vogliano sviluppare un’idea imprenditoriale nel settore della cultura e della creatività. Ai partecipanti viene offerto un percorso di orientamento, di accompagnamento e di sostegno alla creazione di un’impresa autonoma o di un’attività di libera professione. Tra i temi trattati: orientamento e attitudine imprenditoriale, stesura del business plan, accesso al credito e supporto allo start-up.

Le lezioni si svolgeranno, da ottobre 2018 a febbraio 2019, presso COOP UP, Via Vasco de Gama 25, 50127 Firenze (c/o  Confcooperative Toscana)

Info link: http://formazionenet.eu/ formazione/trasversale/102-si- all-impresa-creativa.html

Iscrizioni

Le iscrizioni sono aperte fino al 28 settembre. La domanda può essere scaricata al seguente link:

https://drive.google.com/file/ d/13JTFYtPySGsHHC9- CBRCxiKjQQmzeOux/view?usp= sharing

Per informazioni 

FormAzione Co&So Network: tel. 055 4476026 – 4222167. Referente: Giulia Polidori polidori@formazionenet.eu
www.formazionenet.eu

 

La trasformazione digitale delle cooperative, verso sistemi gestionali innovativi ispirati ai modelli dell’industria 4.0. E’ questo l’obiettivo che Irecoop Toscana (agenzia formativa accreditata) e Confcooperative Toscana (soggetto promotore), grazie al contributo della Regione Toscana, vogliono raggiungere. Per realizzarlo sono state messe in campo risorse e professionalità adeguate a fornire gli strumenti, l’assistenza e il supporto necessario alle realtà cooperative coinvolte. Un percorso di crescita culturale d’impresa che si inserisce in un disegno più ampio di rete: il progetto T.COOP 4.0 di Confcooperative Toscana.

“Stiamo assistendo a cambiamenti sostanziali, che incidono non solo sull’economia, ma sulla società – dichiara Mauro Grandotto, Direttore Confcooperative Toscana– Il nostro compito è quello di sostenere le cooperative in questo percorso di trasformazione digitale. Abbiamo creato un sistema di rete, T.COOP 4.0, proprio per garantire alle cooperative un aiuto concreto, che sia utile a sostenere le sfide verso l’innovazione. Dobbiamo supportare le nostre affiliate in questo cambiamento che si presenta come un nuovo approccio culturale alla realtà, fornendo competenze nuove e rendendole sempre più competitive in un mercato che si presenta in continua evoluzione”. Coop’s 4.0 finanziato dalla Regione Toscana ne costituisce un importante elemento per il trasferimento delle competenze in ambito Industria 4.0 ai consiglieri di amministrazione delle nostre cooperative.

All’interno del progetto Coop’s 4.0 sarà data infatti alle cooperative aderenti a Confcooperative Toscana la possibilità di partecipare a percorsi di formazione, attività di consulenza ed orientamento per rafforzare le competenze nel campo dell’innovazione tecnologica, organizzativa, gestionale, di processo e di prodotto dei consiglieri di amministrazione al fine di definire una Road Map Aziendale. I percorsi saranno adattati alle caratteristiche dei diversi settori: agro-alimentare, produzione e servizi, sociale e socio-sanitario, turismo e cultura, abitazione.

“Sarà un progetto articolato e funzionale, che integra attività formative tradizionali con focus partecipati, simulazioni e consulenza per il disegno della Road Map – spiega Marco Pippolini, direttore Irecoop Toscana – Con queste attività vogliamo proiettare le cooperative verso il futuro prossimo, renderle preparate ai cambiamenti digitali e pronte ad utilizzare le nuove tecnologie per migliorare la produttività della loro attività, sia in termini economici che in termini di qualità del lavoro. Ogni cooperativa avrà un mappatura ed un percorso specifico, che terranno conto delle caratteristiche del settore e delle peculiarità della singola impresa cooperativa”

Il progetto si articolerà in tre parti. La prima sarà di analisi: gli esperti di Klink, grazie ad una metodologia di simulazione brevettata a livello mondiale, disegneranno lo scenario futuro di riferimento al 2030 e, tramite una attività mirata, sarà realizzata prima una road map del singolo settore di mercato e poi, più nel dettaglio, una road map aziendale. La seconda parte prevede corsi, in totale 15 attività formative suddivise in diverse aree, finalizzate a trasferire le competenze necessarie ad attivare processi innovativi e a conoscere le nuove tecnologie e i nuovi strumenti web e social. La terza parte sarà dedicata alla formazione/consulenza personalizzata per ogni realtà. Seguiranno inoltre, a conclusione, due attività di disseminazione dei risultati improntate a fare emergere le diverse visioni in ambito 4.0 ed la stesura di una carta dei valori della cooperazione in ottica 4.0.

Il progetto ha carattere regionale sia per la localizzazione degli interventi formativi, sia per l’impatto verso il sistema cooperativo. Ad oggi infatti hanno dato adesione già 33 imprese ma è previsto un ampliamento successivo in corso d’opera per le diverse attività. Le cooperative interessato possono contattare Irecoop Toscana per partecipare alle attività.

 

Maggiori informazioni:

IRECOOP TOSCANA SOCIETA’ COOPERATIVA

Sito di Progetto: http://coops4punto0.irecooptoscana.it

Sito Istituzionale: www.irecooptoscana.it

Referente progettuale manescalchi@irecooptoscana.it

Telefono 055 43 68 388

Un dj professionista come maestro, la musica che abbatte ogni barriera e tanta voglia di pensare al futuro. Ecco gli elementi che hanno decretato il successo del “Laboratorio di Djing”, un corso ideato e promosso, attraverso lo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), da Odissea, la cooperativa sociale del gruppo Co&So, che dal 2007 si occupa di immigrazione.

L’iniziativa ha intercettato la grande passione dei giovani per la musica e ha ottenuto fin da subito un grande risultato: abbattere le barriere e promuovere l’integrazione tra migranti e residenti.

«Sono stati i ragazzi stessi a suggerircelo» spiega Riccardo Bonetti, coordinatore delle strutture per minori di Odissea, che nel solo Comune di Capannori accoglie in due appartamenti 12 stranieri non accompagnati under 18 (in tutta la Piana lucchese il numero sale a circa 60).

Una volta ottenuto il via libera dal servizio centrale Sprar, le iscrizioni si sono aperte anche a tutta la cittadinanza. E le richieste sono state decisamente sopra ogni aspettativa: in 35, tra giovani e adulti, uomini e donne, hanno espresso il desiderio di imparare la professione del Dj. Ne sono stati selezionati 20, tanti erano i posti disponibili: un bel gruppo composto per metà da richiedenti asilo e per metà da italiani, con un’età media intorno ai 20 anni.

Il corso è partito il 20 agosto scorso, nei locali del Centro giovani Santa Margherita, a Capannori, e andrà avanti fino al 19 settembre con lezioni bisettimanali (il lunedì e il mercoledì pomeriggio) di teoria e di pratica. La fine del corso verrà festeggiata con un evento speciale.

«Con questa iniziativa di formazione abbiamo dato l’opportunità ai giovani di coltivare una passione e di imparare qualcosa di nuovo e di utile per affacciarsi al mondo del lavoro. Ma l’obiettivo a cui teniamo di più è quello di aver messo insieme, in un ambiente protetto, persone che altrimenti non avrebbero mai avuto modo di incontrarsi e di conoscersi. Accogliere coinvolgendo il territorio: questa è l’integrazione che serve in un momento così particolare della nostra storia» ha commentato Valerio Bonetti, presidente di Odissea.

 

“L’obiettivo finale sarà avere un’azienda agricola in grado di produrre e stare sul mercato grazie alla qualità dei suoi prodotti, a cominciare naturalmente dall’olio, e quindi in grado di dare lavoro a dei giovani che appartengono a categorie svantaggiate. Perché una occupazione non significa solo reddito e quindi la capacità di guardare con più certezze al futuro, ma anche un ruolo nella società evitando la solitudine e l’assistenzialismo fine a se stesso”. Così Samuele Pii, direttore del consorzio Coltibio di Co&So, di cui fa parte la cooperativa Frantoio del Parco, spiega il senso dell’iniziativa che oramai da due anni si sta realizzando nel Parco della Maremma.

“Il progetto dell’olio “Antico Frantoio del Parco” – racconta Pii – è iniziato nel 2016 quando, grazie a un bando pubblico promosso daEnte TerreRegionali Toscane, nell’ambito del progetto “Banca della Terra”, la Cooperativa Frantoio del Parco ha avuto in concessione dalla Regione Toscana 200 ettari di uliveti, di cui 150 ettari certificati biologici e IGP Toscano, e un frantoio situati all’interno del Parco della Maremma e nella frazione di Enaoli a Rispescia (GR). Sia gli uliveti che il frantoio erano stati lasciati abbandonati da più d10 anni. Da quello stato di degrado siamo partiti e abbiamo onestamente fatta molta strada”.

Infatti la Cooperativa Agricola Frantoio del Parco, con il sostegno della Chico Mendes Società Cooperativa Sociale, fondatrice della rete di Altromercato in Italia, sta riportando le piante in salute e sta raccogliendo le olive di quattro diverse varietà presenti all’interno del Parco (le cultivar principali sono: pendolino, leccino, moraiolo e frantoio), per produrre un olio extra vergine di oliva biologico e con denominazione di Indicazione Geografica Protetta toscana. Dal 2016 sono stati prodotti 5.000 litri di olio e 3.000 bottiglie che sono state vendute nelle botteghe di prodotti tipici, nei negozi biologici e attraverso i canali del commercio equo e solidale.

Sono già stati curati circa 10.000 ulivi – specifica il direttore di Coltibio – e ne rimangono 20.000 da potare. Tutto il lavoro di recupero è stato svolto, e continuerà ad essere svolto, nel rispetto dell’ambiente, delle persone e della legalità. Ora, il prossimo obiettivo sarà aprire il frantoio e stringere nuove collaborazioni con soggetti pubblici e privati che condividono la nostra visione e che vedono nei progetti di recupero del patrimonio comune una opportunità per migliorare la società in cui viviamo”.

Rimettere in piedi e funzionante il frantoio in tempo per la prossima campagna olearia infatti permetterà di molire le olive autonomamente ed in futuro non è da escludere la possibilità di molire anche le olive di altri olivicoltori della zona. Con ovvie ricadute occupazionali.

“Fin qui sono già stati assunti 3 operai agricoli – spiega Pii – ma l’obiettivo a lungo termine è di assumere almeno altri giovani, in particolare nei periodi della raccolta e della potatura, che verranno scelti tra gli appartenenti a categorie svantaggiate. Questo è possibile grazie al progressivo recupero degli ulivi, che permetterà negli anni di generare sempre nuove posizioni lavorative per il lavoro nei campi, in frantoio e nei punti vendita che verranno attivati sul territorio”.

“Il tutto ovviamente accompagnato da un continuo supporto formativo volto a garantire lo sviluppo di nuove competenze che permettano di mantenere un’occupazione a lungo termine e di generare nuova imprenditorialità, rivitalizzando aree agricole depresse e abbandonate” conclude Pii.

 

Punti vendita:

La Bottega di Alberese (Via dell’Artigliere, 1/4, 58100 Alberese GR)

La Bottega Maremmama (Via del Bersagliere, 2, 58100 Alberese GR)

Punto vendita presso il Centro Servizi, strada del mare, Parco della Maremma (GR) a 150 metri dalla spiaggia di Marina di Alberese.

Le botteghe Chico Mendes Altromercato di Milano e Brescia (http://chicomendes.it/scopri-le-nostre-botteghe/)

Il sito di vendita online di Chico Mendes Altromercato (http://webshop.chicomendes.it/)

Aprite le porte e aggiungete un posto a tavola per un richiedente asilo. L’iniziativa nasce per combattere la chiusura, la paura e la diffidenza è promossa a Pistoia dalla cooperativa sociale Gruppo Incontro.

Un’occasione unica per abbattere i pregiudizi e incontrare faccia a faccia i migranti ospitati sul territorio, per conoscersi a vicenda ed ascoltarsi.

I migranti accolti dalle famiglie pistoiesi per un pranzo o una cena saranno accompagnati da un operatore o da un insegnante della cooperativa Gruppo Incontro e saranno scelti in base alla loro disponibilità, alla conoscenza della lingua italiana e alla propensione alla socialità. L’iniziativa “Aprite le porte” si svolgerà fino al 20 settembre. per partecipare basta dare la propria disponibilità scrivendo a progettoinclusione60@gmail.com o telefonando a 345 9317168.

“Aprite le porte è un’iniziativa che ha già avuto apprezzamenti e abbiamo già raccolto i primi inviti a cena – spiega Donata Carradori, referente progetto Cas per Gruppo Incontro – Pensiamo che sia un’occasione unica per iniziare a capirsi, a scambiare opinioni, a scoprire le cose che ci accomunano, per conoscersi a partire perché no dai piatti italiani, per poi parlare della cucina degli altri Paesi ed eventualmente anche per cucinare insieme. Un pranzo o una cena diventano così un primo passo, alla portata di tutti, nella lotta all’indifferenza e all’emarginazione”.

 

Si è concluso positivamente il corso per “addetto all’assistenza di base” che l’Agenzia Formativa di  So&Co, consorzio aderente al gruppo cooperativo Co&So, ha svolto per conto della Regione Toscana dopo aver vinto un apposito bando pubblico utilizzando le risorse regionali del Por-Fse 2014/2020 finalizzate alla formazione per l’inserimento lavorativo di persone disoccupate.

“Dopo 900 ore di formazione, da settembre 2017 a luglio 2018, hanno concluso il corso 15 allievi, 14 hanno ottenuto la qualifica, 1 allieva ha preso la certificazione di competenze di 2 ADA, oltre la metà hanno già trovato lavoro nell’ambito dei servizi di cura alla persona. Un modo concreto per dare risposte vere e serie sia al bisogno occupazionale sia alle esigenze sempre più rilevanti di un nuovo welfare territoriale di cura e assistenza alle persone” spiega Luca Rinaldi, presidente del consorzio  So. & Co.

Nel dettaglio, su 15 persone che hanno seguito il corso formativo ben 8, pari al 53%, stanno già lavorando. Tre presso altrettante famiglie; due presso la rete di cooperative aderenti a So. & Co.; una presso una Rsa privata; una presso un centro di assistenza alla persona e una in un altro settore. Per quelle che invece stanno ancora aspettando un lavoro due hanno già ricevuto offerte interessanti, una sta facendo il servizio civile e una sta svolgendo un tirocinio. “Il nostro obiettivo – spiega Rinaldi – è non solo formare persone capaci in un settore delicato come l’assistenza alla persona dove la professionalità è determinante, ma anche poi seguirle attivamente per far incontrare domanda e offerta di lavoro. A scadenza trimestrale verifichiamo i percorsi intrapresi dalle persone formate per indirizzarle al meglio e aiutarle così a muoversi nel mondo dell’assistenza alla persona.

Inoltre molti dei qualificati proseguiranno la formazione personale con il corso per OSS, qualcuno si è rimesso in gioco a 50 e 60 anni trovando nel gruppo le forza di studiare, imparare cose nuove e appassionarsi ad un nuovo mestiere.

Allievi, docenti ed imprese avranno modo di raccontare la loro esperienza al seminario finale di progetto organizzato per lunedì 30 luglio alle 11.00 presso la sede di So& Co a Lucca, in Via Mattei 293/F, alla presenza di un dirigente della Regione Toscana. Il seminario è aperto al pubblico.

Intesa tra Anci Toscana e le cooperative sociali regionali per favorire e sostenere l’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati.
L’obiettivo condiviso è quello di individuare e utilizzare tutte le opportunità e le normative (negli appalti, nella programmazione e nella co-progettazione) per impigare le persone che, per storia e difficoltà personali, hanno difficoltà ad entrare nel mercato del lavoro e rischiano l’emarginazione sociale (disabili, ex detenuti, tossicodipendenti, soggetti con problemi psichiatrici). Il protocollo è stato firmato stamani nella sede fiorentina dell’Associazione dei Comuni dal presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni e da Alberto Grilli presidente di Confcooperative-Federsolidarietà Toscana, Leonardo Cianchi vicepresidente di Legacoopsociali-Legacoop Toscana e Federico Pericoli vicepresidente dell’Associazione Generale Cooperative Italiane (A.G.C.I) della Toscana.

 

“Si tratta di una grande opportunità, che mi auguro tutti i Comuni toscani facciano propria mettendo in pratica gli indirizzi dell’intesa – afferma Biffoni – Le cooperative sociali di tipo B rappresentano una ricchezza per il tessuto sociale e per il mondo del lavoro e credo che le amministrazioni, utilizzando tutti gli strumenti che le norme mettono a disposizione, possano e debbano offrire una reale possibilità di inserimento lavorativo per le persone svantaggiate”.  

 

Le cooperative sociali (nella fattispecie quelle di tipo B) sono imprese che si occupano della gestione di attività finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate nei settori dell’industria, commercio, servizi e agricoltura. In particolare, nell’intesa si prevede tra l’altro di “promuovere consultazioni preliminari di mercato, per conoscere e scegliere i migliori istituti contrattuali di tutela sociale, soprattutto negli appalti pubblici di servizi”; di utilizzare strumenti come “appalti e concessioni riservate alle cooperative sociali di tipo B”; di suddividere gli appalti in lotti “in modo da garantire l’effettiva possibilità di partecipazione da parte delle micro, piccole e medie imprese”; di utilizzare le norme vigenti sia per “assicurare il coinvolgimento attivo degli Enti del Terzo Settore attraverso forme di co-programmazione, co-progettazione e accreditamento” sia per “attivare forme speciali di partenariato con enti del Terzo Settore nelle attività di valorizzazione di beni culturali immobili di appartenenza pubblica”.

 

“La cooperazione è riuscita a trasformare svantaggi e fragilità in opportunità, non solo di coesione sociale ma anche di risparmio di risorse pubbliche – afferma Alberto Grilli, presidente di Confcooperative-Federsolidarietà Toscana – ma la centralità del lavoro è fondamentale nell’esperienza di queste particolari imprese. Per questo l’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati deve essere pensato come un bene comune. Il sostegno e il rafforzamento di questo sistema deve essere un obiettivo qualificante di politiche di sviluppo ma anche alla base di un approccio culturale diverso. Il protocollo firmato oggi, che accogliamo con grande soddisfazione, – aggiunge Grilli – va sicuramente in questa direzione”.