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Chi sono le famiglie fragili? Di che cosa hanno bisogno? E che cosa si può fare per proteggerle dal disagio sociale e dalla povertà educativa?

Se ne parlerà giovedì 6 dicembre a Firenze nell’Aula Magna di via San Gallo 10, alle 14.30.

 “Famiglie fragili tra welfare e innovazione” è l’evento che chiude i due anni di attività del Family Hub, progetto sperimentale a sostegno della genitorialità, realizzato a Firenze e Scandicci dal Gruppo Cooperativo Cgm, con il partenariato di Consorzio Co&So/Cooperativa L’Abbaino, Comune di Firenze, Dipartimento di Scienze dell’Educazione e Psicologia di Firenze, Associazione Nosotras, Oxfam

Molto ricco  il panel di esperti che parteciperanno: Cristina Giachi (vicesindaca e assessora all’educazione, università e ricerca del Comune di Firenze), Sara Mele (responsabile del settore educazione e istruzione della Regione Toscana), Clara Silva (presidente del dipartimento di Scienze della formazione e psicologia dell’Università di Firenze), Patrizia Calabrese (area politiche sociali e programma 0-6 della Fondazione Compagnia di San Paolo), Elena Innocenti (ricercatrice della Fondazione Zancan Onlus), Ersilia Menesini (direttore del dipartimento di Scienze della formazione e psicologia dell’Università di Firenze), Francesca Bottai (amministratore delegato area educazione Co&So e consigliere di amministrazione Cgm), Paola Cecchi (vicepresidente della cooperativa L’Abbaino), Francesco Tanini (coordinatore del progetto Co&So),

Il direttore dell’area educazione del Consorzio Co&So, Claudia Calafati, modererà l’incontro. Mentre le conclusioni saranno affidate alla massima esperta di sociologia, la professoressa Chiara Saraceno, il cui intervento si intitolerà: “Sull’equivoco della famiglia”.

 

Il cibo ha fatto ancora una volta da collante tra culture diverse, abbattendo barriere e pregiudizi. È successo al Circolo Arci di Bonelle, a Pistoia, nel corso della serata conclusiva del progetto #apriteleporte promosso dalla Cooperativa Gruppo Incontro.

I migranti accolti nei diversi centri Cas del Gruppo Incontro hanno cucinato i piatti tipici dei loro Paesi e, insieme agli operatori, hanno realizzato anche una tipica pietanza italiana: la pizza.

 

Un momento di festa, insomma, ma anche un modo per ricambiare la grande solidarietà delle famiglie pistoiesi che, con l’iniziativa #apriteleporte, da luglio a fine ottobre, hanno ospitato un migrante in casa propria per condividere un pranzo o una cena.

«La partecipazione alla cena  è stata entusiasmante e ha confermato che la conoscenza reciproca è il miglior antidoto contro paura e indifferenza» ha commentato Donata Carradori, referente progetto Cas per Gruppo Incontro.

 

Ecco i numeri che dimostrano il successo di #apriteleporte:

– 24 inviti;

– 17 famiglie e 7 gruppi di famiglie o di amici che hanno dato la propria disponibilità, a Pistoia città, ma anche nella zona di Santomato/Montale, Pescia, Firenze;

– 45 migranti del Gruppo Incontro che hanno partecipato alle cene o pranzi nelle famiglie, aderendo anche a più inviti

– oltre 100 persone, tra migranti, famiglie, amici e operatori, che si sono incontrati, si sono conosciuti reciprocamente e hanno costruito nuovi legami.

«Siamo profondamente soddisfatti di questi risultati, tanto che stiamo già pensando di riproporre l’esperienza» conclude Carradori. «ieri diverse famiglie hanno detto che vorrebbero invitare nuovamente i ragazzi migranti che hanno conosciuto e ovviamente abbiamo accolto con molta soddisfazione questa loro richiesta, al di là di ogni progetto. Abbiamo poi lanciato l’idea di invitare un migrante durante i pranzi tradizionali delle  feste di Natale, vedremo come proseguire in questo progetto»

 

“Aiutaci a cucire il futuro”. Con questo slogan, la cooperativa sociale Il Girasole ha inaugurato una campagna di crowdfunding, il cui ricavato servirà a potenziare “Let’s Work”, un progetto innovativo, nato nel 2012, che si è sviluppato dal 2015 nel cuore del Quartiere 1 di Firenze.

Si tratta di un laboratorio di pelletteria rivolto a persone con disabilità fisica e mentale, o che si trovano in condizioni di marginalità e di disagio psicosociale, ma aperto anche ai richiedenti asilo e ai ragazzi in cerca di uno stage per l’alternanza scuola-lavoro.

Insieme a un’équipe di professionisti, gli aspiranti artigiani scoprono giorno dopo giorno il lavoro dell’addetto al banco, si misurano nella relazioni con gli altri e conquistano nuovi margini di fiducia in se stessi. Sperimentando le varie tecniche della lavorazione della pelle, inoltre, acquisiscono competenze utili per un successivo percorso di inserimento lavorativo.

Non solo riabilitazione, quindi, ma anche formazione professionale, indispensabili ad aprire le porte di un futuro migliore a chi ha bisogni speciali. Per ampliare il progetto e dotarlo di nuovi strumenti per la didattica e la produzione, la cooperativa Il Girasole ha deciso di intraprendere la strada del finanziamento collettivo.

La campagna di crowdfunding è realizzata all’interno dell’iniziativa Firenze Crowd, un percorso di accompagnamento sostenuto dalla Fondazione CR Firenze e dalla Fondazione Il Cuore si Scioglie, in collaborazione con la cooperativa Feel Crowd e la piattaforma Eppela.

L’obiettivo è quello di arrivare a quota 7.500 euro entro il 18 dicembre. Al conseguimento di questa somma,Fondazione CR Firenze e Fondazione il Cuore si Scioglie raddoppieranno la cifra.

Per far conoscere le attività del laboratorio e per coinvolgere i cittadini nel raggiungimento di questo traguardo, la cooperativa ha organizzato un programma di eventi.

Ecco le principali iniziative:

– Venerdì 23 novembre, dalle 16 alle 22: mostra fotografica a cura di Agnese Mosi, performance creativa dell’artista Skim, musica jazz con i Cheeck2Cheeck, aperitivo a buffet offerto dal Caffè Doni, e distribuzione di piccoli gadget realizzati durante il laboratorio. Offerta libera

– Giovedì 29 novembre, ore 20: cena del Giglio solidale al Circolo Sms di Peretola. Costo: 15 euro.

– Un caffè vale doppio: per tutto il periodo del crowdfunding, in alcuni bar si potrà versare direttamente il proprio contributo alla campagna.

I fondi raccolti verranno utilizzati per l’acquisto di una spruzzatrice, ma anche per aprire il laboratorio un giorno in più alla settimana, dando così la possibilità a un numero maggiore di persone di partecipare.

«Questi interventi, grazie al lavoro dei referenti Daniela Burgio e di Mauro Grandi, ci permetteranno di incrementare il nostro impegno a favore dell’integrazione e del coinvolgimento della città e del suo tessuto sociale» ha commentato Marco Locci, coordinatore distruttura della cooperativa Il Girasole. «Il laboratorio riesce già a soddisfare le richieste di piccole produzioni da parte dei privati e quest’anno si è occupata della commessa per l’allestimento dell’albero di Natale del Quartiere 1 con tanti piccoli gigli rossi in pelle, simbolo di Firenze». 

“La Fondazione è particolarmente lieta che questo progetto rientri nell’ambito di Firenze Crowd – ha affermato Gabriele Gori, Direttore Generale di Fondazione CR Firenze -perché perfettamente in linea con la nostra missione a sostegno delle fasce più deboli. Inoltre il progetto che sarà finanziato attraverso il crowdfunding affronta il problema della marginalità con la creazione di un’opportunità importante di lavoro. Ci auguriamo che anche il territorio ne comprenda il valore e faccia la sua parte”. 

“Il laboratorio di pelletteria della cooperativa Il Girasole è luogo di incontro, di confronto e di accoglienza per le persone con difficoltà. Lo sosteniamo nella convinzione che il lavoro sia anche una occasione di coesione sociale e di inclusione molto importante” afferma Giulio Caravella, consigliere Fondazione Il Cuore si scioglie onlus.

Per informazioni: Marco Locci 392/983.00.23, marco.locci@coopilgirasole.it.

Per partecipare al crowdfunding: www.eppela.com/letswork

 Dopo che 30 ragazzi ospiti delle strutture di accoglienza del Gruppo Incontro sono stati invitati a unirsi alle tavole delle famiglie pistoiesi; dopo 16 pranzi organizzati, nel corso di un mese e mezzo, nelle case di Pistoia, Santomato, Santomoro, Pescia, Firenze, Montale e Viareggio; dopo che 5 cene hanno avuto come protagonisti piatti della tradizione culinaria degli ospiti, l’iniziativa #apriteleporte viene riproposta con nuovo slancio (oltre il termine indicato in precedenza) per combattere ancora, nelle prossime settimane, la paura, la diffidenza e i pregiudizi.

Gli inviti arrivati da luglio sono stati infatti più numerosi di quelli attesi, alcune cene e alcuni pranzi sono ora in via di definizione e dalla cooperativa sociale Gruppo Incontro commentano: “Siamo molto soddisfatti sia dell’entusiasmo con il quale è stata accolta questa proposta, sia dei riscontri che arrivano dalle famiglie invitanti e dai ragazzi invitati. La cosa che ci ha fatto particolarmente piacere è che circa la metà degli inviti ricevuti sono arrivati da persone esterne alle reti di conoscenza della cooperativa”. Oltre le aspettative non sono solo i numeri degli inviti ma anche i legami che si sono creati: “Alcuni ragazzi continuano ad essere in contatto con le famiglie che li hanno invitati altre volte”. 

“Qualcuno ci ha detto che questa esperienza gli è servita per riflettere su quanto sia bello incrociare la diversità e trovare linguaggi comuni nei piccoli gesti”, spiega Donata Carradori, referente progetto Cas per Gruppo Incontro. Continua Carradori: “Pensiamo di proporre alle famiglie con cui i ragazzi sono entrati in contatto altre attività da fare insieme e probabilmente anche noi #apriremoleporte dei nostri centri per permettere nuovi incontri, piccoli passi, alla portata di tutti, per conoscersi meglio, al di là dell’indifferenza”.

I migranti accolti dalle famiglie pistoiesi per un pranzo o una cena sono accompagnati da un operatore o da un insegnante della cooperativa e sono scelti in base alla loro disponibilità, alla conoscenza della lingua italiana e alla propensione alla socialità. Per partecipare all’iniziativa #apriteleporte c’è quindi ancora tempo, basta dare la propria disponibilità scrivendo a progettoinclusione60@gmail.com o telefonando a 345 9317168  indicando possibili date, il numero degli invitati e l’eventuale conoscenza delle lingue inglese o francese.

Più di 60 famiglie che si sono avvicinate allo sportello di ascolto, 80 ore di incontri tra genitori e pedagogisti, nutrizionisti e pediatri, 2 inserimenti al nido e 4 alla materna, in tutto un centinaio di bambini che ora hanno una chance in più di crescere sereni e di andare a scuola. Questi sono i risultati raggiunti nei primi sei mesi dell’anno da Family Hub, il  progetto sperimentale realizzato dal Gruppo Cooperativo CGM e dal Consorzio Co&So, che ha l’obiettivo di sostenere le famiglie più fragili, quelle straniere, senza lavoro o con un reddito che scivola verso la soglia di povertà, con forti barriere linguistiche e culturali che possono frenare il processo di integrazione sociale anche per i più piccoli.

L’incremento dei nuclei familiari raggiunti dal progetto è stato possibile grazie alla collaborazione del Comune di Firenze, che ha aperto le porte delle ludoteche dei Quartieri 4 e 5 (Carrozza di Hans, Castello dei Balocchi, Mondolfiera). Questi tre spazi si sono aggiunti alle scuole dell’infanzia “La Nave” di Firenze e “Sacro Cuore” di Scandicci, dove Family Hub ha iniziato a operare un anno fa.

Molte le azioni che hanno permesso a Family Hub di farsi conoscere sul territorio e raggiungere numeri così importanti.

In primo luogo, l’avvio di uno sportello d’ascolto “diffuso”, seguito da uno staff di mediatori culturali di Nosotras, che ha messo a fuoco i bisogni dell’utenza: iscrizioni scolastiche e ai centri estivi, reperimento, comprensione e compilazione di moduli, richiesta di aiuto psicologico.

Altro capitolo importante, il sostegno alla genitorialità. Circa 80 ore sono state dedicate a incontri tra professionisti dell’area educativa (pedagogisti, nutrizionisti, pediatri, fisioterapisti) e i genitori.

Inoltre, nei primi sei mesi dell’anno sono stati inseriti due bambini all’interno del nido della scuola “La Nave”e altri quattro bambini, accolti dal centro Slataper, hanno potuto frequentare la scuola materna per tutto il periodo dell’accoglienza.

Infine, durante il mese di luglio, 12 bimbi provenienti da famiglie segnalate dai servizi sociali del Comune di Firenze hanno partecipato gratuitamente ai campus estivi che la cooperativa L’Abbaino aveva attivato presso il nido aziendale “Il Giardino dei Grilli”.

L’esperienza di Family Hub si concluderà, dopo due anni di attività sperimentale,  a dicembre di quest’anno. Il suo operato ha già ottenuto importanti riconoscimenti. Nel 2016 il progetto infatti si è classificato tra i 10 vincitori del bando nazionale “Infanzia, prima” della Compagnia di San Paolo, Fondazione con il Sud e Fondazione Cariplo.

«L’attività che sta svolgendo Family Hub ha il suo fulcro e motore nel coinvolgimento delle famiglie e nella creazione di relazioni stabili» commenta Claudia Calafati, direttore dell’area educazione del Consorzio Co&So. «La socialità è importante perché stimola l’integrazione reale degli adulti e la crescita dei bambini in un contesto protetto – per quanto possibile –  dalle incertezze economiche e lavorative dei genitori».

 

La solidarietà è contagiosa, lo dimostra il successo ottenuto dalla seconda edizione di “Aggiungi un posto a tavola”, il progetto nato per favorire l’integrazione dei migranti, ideato dalla Cooperativa sociale Odissea (gruppo Co&So) insieme all’Osservatorio per la Pace del Comune di Capannori, alla Caritas della Diocesi di Lucca e alla Cooperazione Missionaria Diocesi di Lucca.

In due mesi, sono state 26 le famiglie che hanno chiesto di partecipare invitando a cena un richiedente asilo ospitato nelle strutture di accoglienza gestite da Odissea a Lucca e a Capannori.

Le cene realizzate per il momento sono state 22 (altre saranno organizzate a breve), per un totale di 25 migranti, tra i 17 e i 30 anni.

Rispetto all’edizione della scorsa estate, quest’anno il numero dei partecipanti è raddoppiato, e il coinvolgimento ha fatto un decisivo salto di qualità. «Il progetto ha raggiunto anche famiglie che non gravitavano intorno alla nostra cooperativa e che sono venute a sapere dell’opportunità attraverso i social e i volantini che avevamo distribuito. Abbiamo avuto richieste non solo da Capannori, ma anche da Lucca, da Pisa e dalla Versilia» racconta Patricia Barsi di Odissea, che ha curato la parte organizzativa di “Aggiungi un posto a tavola”.

«Tanti i nuclei con figli adolescenti, che grazie al nostro progetto hanno potuto incontrare coetanei con storie molto diverse dalle loro. Inoltre, siamo stati contattati anche da alcune associazioni del territorio che desideravano fare questa esperienza insieme ai loro soci. Inoltre, ci ha fatto piacere scoprire che molte famiglie hanno continuato a coinvolgere i migranti nelle loro attività, a dimostrazione che l’integrazione è possibile e passa attraverso la conoscenza».

Per ricambiare l’ospitalità, mercoledì prossimo, nell’uliveto della parrocchia di Segromigno in Monte, i migranti offriranno una cena alle famiglie italiane che hanno contribuito al progetto. Tre squadre in cucina realizzeranno piatti tipici del Pakistan, del Senegal e della Guinea. Al termine, musica dal vivo e proiezione di fotografie.

Insieme a tutta l’equipe di Odissea, alla serata parteciperà anche il vescovo della Diocesi di Lucca, Italo Castellani. 

 

Un dj professionista come maestro, la musica che abbatte ogni barriera e tanta voglia di pensare al futuro. Ecco gli elementi che hanno decretato il successo del “Laboratorio di Djing”, un corso ideato e promosso, attraverso lo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), da Odissea, la cooperativa sociale del gruppo Co&So, che dal 2007 si occupa di immigrazione.

L’iniziativa ha intercettato la grande passione dei giovani per la musica e ha ottenuto fin da subito un grande risultato: abbattere le barriere e promuovere l’integrazione tra migranti e residenti.

«Sono stati i ragazzi stessi a suggerircelo» spiega Riccardo Bonetti, coordinatore delle strutture per minori di Odissea, che nel solo Comune di Capannori accoglie in due appartamenti 12 stranieri non accompagnati under 18 (in tutta la Piana lucchese il numero sale a circa 60).

Una volta ottenuto il via libera dal servizio centrale Sprar, le iscrizioni si sono aperte anche a tutta la cittadinanza. E le richieste sono state decisamente sopra ogni aspettativa: in 35, tra giovani e adulti, uomini e donne, hanno espresso il desiderio di imparare la professione del Dj. Ne sono stati selezionati 20, tanti erano i posti disponibili: un bel gruppo composto per metà da richiedenti asilo e per metà da italiani, con un’età media intorno ai 20 anni.

Il corso è partito il 20 agosto scorso, nei locali del Centro giovani Santa Margherita, a Capannori, e andrà avanti fino al 19 settembre con lezioni bisettimanali (il lunedì e il mercoledì pomeriggio) di teoria e di pratica. La fine del corso verrà festeggiata con un evento speciale.

«Con questa iniziativa di formazione abbiamo dato l’opportunità ai giovani di coltivare una passione e di imparare qualcosa di nuovo e di utile per affacciarsi al mondo del lavoro. Ma l’obiettivo a cui teniamo di più è quello di aver messo insieme, in un ambiente protetto, persone che altrimenti non avrebbero mai avuto modo di incontrarsi e di conoscersi. Accogliere coinvolgendo il territorio: questa è l’integrazione che serve in un momento così particolare della nostra storia» ha commentato Valerio Bonetti, presidente di Odissea.

 

Aprite le porte e aggiungete un posto a tavola per un richiedente asilo. L’iniziativa nasce per combattere la chiusura, la paura e la diffidenza è promossa a Pistoia dalla cooperativa sociale Gruppo Incontro.

Un’occasione unica per abbattere i pregiudizi e incontrare faccia a faccia i migranti ospitati sul territorio, per conoscersi a vicenda ed ascoltarsi.

I migranti accolti dalle famiglie pistoiesi per un pranzo o una cena saranno accompagnati da un operatore o da un insegnante della cooperativa Gruppo Incontro e saranno scelti in base alla loro disponibilità, alla conoscenza della lingua italiana e alla propensione alla socialità. L’iniziativa “Aprite le porte” si svolgerà fino al 20 settembre. per partecipare basta dare la propria disponibilità scrivendo a progettoinclusione60@gmail.com o telefonando a 345 9317168.

“Aprite le porte è un’iniziativa che ha già avuto apprezzamenti e abbiamo già raccolto i primi inviti a cena – spiega Donata Carradori, referente progetto Cas per Gruppo Incontro – Pensiamo che sia un’occasione unica per iniziare a capirsi, a scambiare opinioni, a scoprire le cose che ci accomunano, per conoscersi a partire perché no dai piatti italiani, per poi parlare della cucina degli altri Paesi ed eventualmente anche per cucinare insieme. Un pranzo o una cena diventano così un primo passo, alla portata di tutti, nella lotta all’indifferenza e all’emarginazione”.

 

Si è concluso positivamente il corso per “addetto all’assistenza di base” che l’Agenzia Formativa di  So&Co, consorzio aderente al gruppo cooperativo Co&So, ha svolto per conto della Regione Toscana dopo aver vinto un apposito bando pubblico utilizzando le risorse regionali del Por-Fse 2014/2020 finalizzate alla formazione per l’inserimento lavorativo di persone disoccupate.

“Dopo 900 ore di formazione, da settembre 2017 a luglio 2018, hanno concluso il corso 15 allievi, 14 hanno ottenuto la qualifica, 1 allieva ha preso la certificazione di competenze di 2 ADA, oltre la metà hanno già trovato lavoro nell’ambito dei servizi di cura alla persona. Un modo concreto per dare risposte vere e serie sia al bisogno occupazionale sia alle esigenze sempre più rilevanti di un nuovo welfare territoriale di cura e assistenza alle persone” spiega Luca Rinaldi, presidente del consorzio  So. & Co.

Nel dettaglio, su 15 persone che hanno seguito il corso formativo ben 8, pari al 53%, stanno già lavorando. Tre presso altrettante famiglie; due presso la rete di cooperative aderenti a So. & Co.; una presso una Rsa privata; una presso un centro di assistenza alla persona e una in un altro settore. Per quelle che invece stanno ancora aspettando un lavoro due hanno già ricevuto offerte interessanti, una sta facendo il servizio civile e una sta svolgendo un tirocinio. “Il nostro obiettivo – spiega Rinaldi – è non solo formare persone capaci in un settore delicato come l’assistenza alla persona dove la professionalità è determinante, ma anche poi seguirle attivamente per far incontrare domanda e offerta di lavoro. A scadenza trimestrale verifichiamo i percorsi intrapresi dalle persone formate per indirizzarle al meglio e aiutarle così a muoversi nel mondo dell’assistenza alla persona.

Inoltre molti dei qualificati proseguiranno la formazione personale con il corso per OSS, qualcuno si è rimesso in gioco a 50 e 60 anni trovando nel gruppo le forza di studiare, imparare cose nuove e appassionarsi ad un nuovo mestiere.

Allievi, docenti ed imprese avranno modo di raccontare la loro esperienza al seminario finale di progetto organizzato per lunedì 30 luglio alle 11.00 presso la sede di So& Co a Lucca, in Via Mattei 293/F, alla presenza di un dirigente della Regione Toscana. Il seminario è aperto al pubblico.

Intesa tra Anci Toscana e le cooperative sociali regionali per favorire e sostenere l’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati.
L’obiettivo condiviso è quello di individuare e utilizzare tutte le opportunità e le normative (negli appalti, nella programmazione e nella co-progettazione) per impigare le persone che, per storia e difficoltà personali, hanno difficoltà ad entrare nel mercato del lavoro e rischiano l’emarginazione sociale (disabili, ex detenuti, tossicodipendenti, soggetti con problemi psichiatrici). Il protocollo è stato firmato stamani nella sede fiorentina dell’Associazione dei Comuni dal presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni e da Alberto Grilli presidente di Confcooperative-Federsolidarietà Toscana, Leonardo Cianchi vicepresidente di Legacoopsociali-Legacoop Toscana e Federico Pericoli vicepresidente dell’Associazione Generale Cooperative Italiane (A.G.C.I) della Toscana.

 

“Si tratta di una grande opportunità, che mi auguro tutti i Comuni toscani facciano propria mettendo in pratica gli indirizzi dell’intesa – afferma Biffoni – Le cooperative sociali di tipo B rappresentano una ricchezza per il tessuto sociale e per il mondo del lavoro e credo che le amministrazioni, utilizzando tutti gli strumenti che le norme mettono a disposizione, possano e debbano offrire una reale possibilità di inserimento lavorativo per le persone svantaggiate”.  

 

Le cooperative sociali (nella fattispecie quelle di tipo B) sono imprese che si occupano della gestione di attività finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate nei settori dell’industria, commercio, servizi e agricoltura. In particolare, nell’intesa si prevede tra l’altro di “promuovere consultazioni preliminari di mercato, per conoscere e scegliere i migliori istituti contrattuali di tutela sociale, soprattutto negli appalti pubblici di servizi”; di utilizzare strumenti come “appalti e concessioni riservate alle cooperative sociali di tipo B”; di suddividere gli appalti in lotti “in modo da garantire l’effettiva possibilità di partecipazione da parte delle micro, piccole e medie imprese”; di utilizzare le norme vigenti sia per “assicurare il coinvolgimento attivo degli Enti del Terzo Settore attraverso forme di co-programmazione, co-progettazione e accreditamento” sia per “attivare forme speciali di partenariato con enti del Terzo Settore nelle attività di valorizzazione di beni culturali immobili di appartenenza pubblica”.

 

“La cooperazione è riuscita a trasformare svantaggi e fragilità in opportunità, non solo di coesione sociale ma anche di risparmio di risorse pubbliche – afferma Alberto Grilli, presidente di Confcooperative-Federsolidarietà Toscana – ma la centralità del lavoro è fondamentale nell’esperienza di queste particolari imprese. Per questo l’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati deve essere pensato come un bene comune. Il sostegno e il rafforzamento di questo sistema deve essere un obiettivo qualificante di politiche di sviluppo ma anche alla base di un approccio culturale diverso. Il protocollo firmato oggi, che accogliamo con grande soddisfazione, – aggiunge Grilli – va sicuramente in questa direzione”.