Lo Spazio Giovani C.U.R.E. si presenta ufficialmente alla città di Firenze
Nello storico centro giovanile del Quartiere 2 del Comune di Firenze rinasce lo Spazio Giovani C.U.R.E. grazie alla cooperativa Il Girasole, per conto del Consorzio Co&So, e da quest’anno in collaborazione con l’Associazione Culturale Kaleido.
O, per meglio dire, è rinato. Dato che in realtà le attività proposte vanno ormai avanti da luglio, nonostante le evidenti difficoltà dovute alla pandemia da Covid-19.
Oggi invece lo spazio, i nuovi progetti e i laboratori verranno presentati ufficialmente alla città alle 17.00 (Area Pettini Burresi, via Faentina 145, Firenze). L’evento non è aperto al pubblico, sarà invece possibile seguirlo in diretta sulla pagina facebook.
“Lo Spazio Cure è un centro giovani a vocazione musicale e culturale aperto al territorio e ad altre manifestazioni artistiche e culturali” spiega Lotar Sanchez coordinatore del Centro per la cooperativa Il Girasole. “Faremo laboratori teatrali, balli popolari ospitando ragazzi stranieri sia come allievi sia come maestri, corsi di musica, incontri e creeremo una redazione web, uno strumento per permettere ai ragazzi di raccontarsi. Continueremo a mantenere l’identità musicale di questo luogo, che ha anche a disposizione uno studio di registrazione, con le attività di tutoraggio per le band emergenti, aggiungendo attività educative e culturali che sono più nel nostro dna. Il sogno è che diventi un centro culturale per tutta la città.”
Un luogo dunque in cui valorizzare le espressioni artistiche e creative dei più giovani, invogliando anche all’incontro col le generazioni passate…e future.
“Nella nostra idea lo Spazio Cure rappresenta 100 luoghi, intesi come le tante opportunità che vi si possono trovare” commenta Claudia Calafati, responsabile del settore educativo del gruppo Co&So. “È uno spazio per promuovere il protagonismo dei giovani, aperto allo scambio e all’incontro fra le diverse generazioni che vivono l’area Pettini. Gli abitanti del parco vanno da 0 a 90 anni, vi si possono incontrare gli anziani del Centro adiacente, le famiglie, i ragazzi che vengono a chiacchierare appena usciti da scuola: una comunità intera. Nella consapevolezza del valore che questo Spazio esprime faremo del nostro meglio per renderlo un luogo sicuro, curato… inclusivo!”
La parola d’ordine degli organizzatori è dunque una: comunità. In un periodo storico in cui, per questioni di sicurezza, la vicinanza (fisica) spaventa, la “comunità” in questo caso è intesa nel senso più alto del termine: creazione di valori condivisi.