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Le cooperative Il Girasole e Pane e Rose incaricate dal Comune di Prato di trasformare il centro di via Borgovalsugana

Tutti devono restare a casa…anche chi “una casa” non ce l’ha. Il problema di come trovare una sistemazione per i senza dimora nei giorni dell’emergenza legata alla diffusione del Coronavirus è stato affrontato dal Comune di Prato coinvolgendo le cooperative Il Girasole e Pane e Rose che in pochi giorni sono riuscite a realizzare un complesso progetto di accoglienza per quelle persone che non rispettano le norme date dal Governo perché non sanno dove andare, perché non sono coscienti dei rischi e vagano per giardini, stazioni e supermercati con mettendo involontariamente a rischio se stessi e gli altri.

“Il centro di viale Borgovalsugana a Prato accoglie abitualmente un centro diurno per adulti marginali (che offre un riparo, un deposito bagagli, docce, attività con educatori) e ha camere per ospitare 19 persone – spiegano Melissa Zorzi coordinatrice dell’intero centro per la Cooperativa Pane e Rose e Andrea Ricotti, direttore area inclusione della cooperativa Il Girasole, aderente al consorzio Co&So – Nelle prossime settimane avrebbe dovuto ospitare anche un asilo notturno ma con l’emergenza sanitaria in corso il Comune di Prato ha chiesto di trasformare il progetto per rispondere alle esigenze di chi vive all’aperto”. In questo momento il centro è quindi aperto eccezionalmente h24 per ospitare in sicurezza persone senza fissa dimora.

Un lavoro questo, coordinato e realizzato in tempi record dai Servizi Sociali del Comune di Prato e l’equipe di operatori e responsabili delle due cooperative impiegate e dal consorzio Fabrica, di non facile realizzazione, che ha richiesto di rivedere totalmente il nostro modo di accogliere le persone in un momento in cui gli ingressi nelle strutture di accoglienza per prevenzione e sicurezza sono sospesi in tutte le strutture. Abbiamo dovuto rivedere le procedure per l’accoglienza, il piano di valutazione dei rischi, procurare agli educatori tutto il necessario per la prevenzione, dalle mascherine ai guanti, dai camici alle cuffie”. 

Le prime 11 persone contattate dagli operatori sono state accolte la scorsa settimana. All’ingresso è stata misurata loro la febbre ed è stata valutata la loro condizione sanitaria da un infermiere, che continuerà a seguirle nei prossimi giorni. Hanno ricevuto abiti puliti e proposte per attività di animazione, dal cineforum all’orto, in modo da trascorrere il più serenamente possibile le prossime settimane nel centro. “Si tratta di un progetto impegnativo – spiega Ricotti – che testimonia la volontà del Comune di Prato di occuparsi delle persone che non hanno una abitazione in un’ottica di prevenzione e di messa in sicurezza per la salute collettiva. Si tratta anche di una scelta coraggiosa per educatori e coordinatori che ogni giorno, tutto il giorno, sono al lavoro nel centro. Gradualmente cercheremo di relazionarci ai nuovi ospiti per capire meglio i loro bisogni, ma a meno che non abbiamo problemi sanitari urgenti queste persone resteranno al centro di via Borgovalsugana: hanno finalmente trovato un luogo dove trascorrere le settimane che saranno necessarie per affrontare l’emergenza legata alla diffusione del Covid 19”.

“Ringrazio tutti gli operatori per l’impegno e la professionalità con cui hanno riadattato il progetto iniziale a fronte dell’emergenza Coronavirus – sottolinea l’assessore al Sociale Luigi Biancalani -. Per noi è importante non lasciare nessuno solo, senza un luogo dove andare, affinché “stare a casa” sia effettivamente possibile per tutti”.

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