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Seimila bambini e oltre cinquemila genitori raggiunti, 56 nidi d’infanzia e 43 scuole dell’infanzia coinvolte. Sono i numeri di “Family Hub: mondi per crescere” progetto triennale coordinato dal Consorzio Co&So e finanziato dall’impresa sociale “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, per promuovere e ampliare l’accesso ai servizi per l’infanzia di bambini e famiglie in situazioni di vulnerabilità sociale ed economica, con una particolare attenzione all’inclusione di famiglie e minori di origine straniera.
I risultati sono stati presentati a Firenze durante il seminario conclusivo che si è tenuto all’ Istituto Geografico Militare il 15 novembre.
Il progetto, avviato nel 2018 in Toscana, Piemonte, Emilia Romagna, Lazio e Basilicata, si è articolato in sportelli di ascolto, laboratori in piazza, incontri a sostegno della genitorialità, centri bambini/famiglie, centri estivi, prolungamenti di orari per arricchire i servizi educativi zero-sei. Sono stati attivati anche crowdfunding e interventi volti al sostegno economico. Grazie a queste azioni è stato possibile migliorare lo stato di benessere dei minori, promuovere l’accesso ai servizi educativi, diminuire la percentuale di persone a rischio povertà, costruire risposte individualizzate e flessibili ai bisogni delle famiglie, alleviare il peso economico delle famiglie non ancora in carico alle istituzioni.
“Family Hub ha contribuito a innovare il welfare comunitario, dimostrando ancora una volta quanto il terzo settore sia uno dei protagonisti dell’innovazione sociale. I dati di impatto rilevati ci dicono che attraverso le azioni di progetto e le reti di collaborazione territoriali coinvolte, abbiamo dato vita ad un nuovo modello di potenziamento delle comunità che continuerà a generare opportunità per il benessere dei bambini, delle bambine e delle loro famiglie” ha detto Claudia Calafati, direttrice Area Educazione di Co&So.
“Questo progetto ha mostrato la sua capacità di inserirsi bene all’interno delle politiche portate avanti da Regione Toscana per l’educazione della prima e della seconda infanzia” ha commentato Sara Mele, dirigente del settore educazione e istruzione di Regione Toscana. “Ha consentito un’integrazione con le nostre attività sia sotto il profilo della progressiva estensione dell’accoglienza dei bambini presso i nidi d’infanzia, sia per l’attenzione tesa alla continuità educativa tra servizi e famiglie che il progetto tende a rafforzare, anche tramite attività volte a sostenere l’educazione genitoriale.”
“Family Hub è un progetto molto utile – ha detto l’assessore a Educazione e Welfare Sara Funaro – perché offre un aiuto concreto ai bambini più piccoli che usufruiscono dei servizi educativi zero-sei e che presentano situazioni di fragilità e vulnerabilità, che la pandemia ha aggravato e amplificato portando anche a un aumento dei casi di abbandono scolastico. Grazie a questo progetto che vede coinvolti il Consorzio Co&So e l’impresa sociale ‘Con i bambini’ studenti e genitori hanno trovato un ulteriore sostegno per l’inclusione e per combattere la povertà educativa, fenomeno purtroppo in crescita, che come amministrazione comunale cerchiamo di contrastare con vari progetti per far sì che i bambini e i ragazzi possano trovarsi nelle condizioni migliori per apprendere e sviluppare le loro capacità”.
Il supporto alle famiglie non è mancato neanche durante il lockdown della primavera 2020 quando gli spazi di incontro e di ascolto si sono spostati su social e web, e nei mesi successivi, quando la pandemia ha fatto emergere nuove vulnerabilità.
“La pandemia da Covid-19 ha modificato l’ambiente di vita e relazionale dei bambini a molti livelli (familiare, sociale, culturale) con conseguente impatto sul loro benessere fisico e psicologico” ha spiegato nel suo intervento Daniela Lucangeli, professoressa in Psicologia dell’Educazione e dello Sviluppo dell’Università di Padova. “Gli studi condotti finora in Italia hanno dimostrato come l’isolamento a casa abbia favorito l’insorgenza di problematiche comportamentali e un peggioramento di condizioni preesistenti nel 65% di bambini al di sotto dei 6 anni e nel 71% di quelli di età compresa tra i 6 e i 18 anni, con un incremento dell’irritabilità, dei disturbi del sonno e d’ansia. Gli stessi studi hanno inoltre evidenziato il fondamentale ruolo della famiglia e della scuola in quanto risorse indispensabili per limitare il malessere e lo stress generato dalla pandemia”.
Il seminario è stato introdotto da Aldo Fortunati, direttore dell’area Infanzia e Adolescenza dell’Istituto degli Innocenti. Nella parte centrale dell’incontro, moderata da Antonio Di Pietro, presidente CEMEA Toscana, hanno partecipato Elena Innocenti e Devis Geron della Fondazione E. Zancan, la dottoressa Nima Sharmahd dell’ Università degli Studi di Firenze – Dipartimento FORLILPSI, e alcune realtà territoriali delle regioni partner che hanno partecipato al progetto.