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Un dj professionista come maestro, la musica che abbatte ogni barriera e tanta voglia di pensare al futuro. Ecco gli elementi che hanno decretato il successo del “Laboratorio di Djing”, un corso ideato e promosso, attraverso lo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), da Odissea, la cooperativa sociale del gruppo Co&So, che dal 2007 si occupa di immigrazione.

L’iniziativa ha intercettato la grande passione dei giovani per la musica e ha ottenuto fin da subito un grande risultato: abbattere le barriere e promuovere l’integrazione tra migranti e residenti.

«Sono stati i ragazzi stessi a suggerircelo» spiega Riccardo Bonetti, coordinatore delle strutture per minori di Odissea, che nel solo Comune di Capannori accoglie in due appartamenti 12 stranieri non accompagnati under 18 (in tutta la Piana lucchese il numero sale a circa 60).

Una volta ottenuto il via libera dal servizio centrale Sprar, le iscrizioni si sono aperte anche a tutta la cittadinanza. E le richieste sono state decisamente sopra ogni aspettativa: in 35, tra giovani e adulti, uomini e donne, hanno espresso il desiderio di imparare la professione del Dj. Ne sono stati selezionati 20, tanti erano i posti disponibili: un bel gruppo composto per metà da richiedenti asilo e per metà da italiani, con un’età media intorno ai 20 anni.

Il corso è partito il 20 agosto scorso, nei locali del Centro giovani Santa Margherita, a Capannori, e andrà avanti fino al 19 settembre con lezioni bisettimanali (il lunedì e il mercoledì pomeriggio) di teoria e di pratica. La fine del corso verrà festeggiata con un evento speciale.

«Con questa iniziativa di formazione abbiamo dato l’opportunità ai giovani di coltivare una passione e di imparare qualcosa di nuovo e di utile per affacciarsi al mondo del lavoro. Ma l’obiettivo a cui teniamo di più è quello di aver messo insieme, in un ambiente protetto, persone che altrimenti non avrebbero mai avuto modo di incontrarsi e di conoscersi. Accogliere coinvolgendo il territorio: questa è l’integrazione che serve in un momento così particolare della nostra storia» ha commentato Valerio Bonetti, presidente di Odissea.

 

Aprite le porte e aggiungete un posto a tavola per un richiedente asilo. L’iniziativa nasce per combattere la chiusura, la paura e la diffidenza è promossa a Pistoia dalla cooperativa sociale Gruppo Incontro.

Un’occasione unica per abbattere i pregiudizi e incontrare faccia a faccia i migranti ospitati sul territorio, per conoscersi a vicenda ed ascoltarsi.

I migranti accolti dalle famiglie pistoiesi per un pranzo o una cena saranno accompagnati da un operatore o da un insegnante della cooperativa Gruppo Incontro e saranno scelti in base alla loro disponibilità, alla conoscenza della lingua italiana e alla propensione alla socialità. L’iniziativa “Aprite le porte” si svolgerà fino al 20 settembre. per partecipare basta dare la propria disponibilità scrivendo a progettoinclusione60@gmail.com o telefonando a 345 9317168.

“Aprite le porte è un’iniziativa che ha già avuto apprezzamenti e abbiamo già raccolto i primi inviti a cena – spiega Donata Carradori, referente progetto Cas per Gruppo Incontro – Pensiamo che sia un’occasione unica per iniziare a capirsi, a scambiare opinioni, a scoprire le cose che ci accomunano, per conoscersi a partire perché no dai piatti italiani, per poi parlare della cucina degli altri Paesi ed eventualmente anche per cucinare insieme. Un pranzo o una cena diventano così un primo passo, alla portata di tutti, nella lotta all’indifferenza e all’emarginazione”.

 

Un invito a cena speciale contro l’indifferenza e l’emarginazione. Le famiglie di Capannori, Lucca e della Piana lucchese possono aggiungere un posto a tavola per un richiedente asilo ospitato nel loro territorio. Parte la seconda edizione del progetto “Aggiungi un posto a tavola” nato per favorire l’integrazione dei migranti della Cooperativa sociale Odissea con l’Osservatorio per la Pace del Comune di Capannori, la Caritas della Diocesi di Lucca e Cooperazione Missionaria Diocesi di Lucca.

Un’occasione per i residenti di scoprire chi sono veramente i richiedenti asilo, quali sono le loro storie, come sono arrivati e come si trovano in Italia. Le famiglie potranno fare loro domande e conoscerli faccia a faccia senza alcun pregiudizio, soltanto ascoltandoli in un clima conviviale. Un’iniziativa unica, nata in Garfagnana la scorsa estate, sono state 15 le famiglie e le corti di paese che hanno aderito all’iniziativa.

migranti saranno accompagnati da un operatorio della Cooperativa Odisseae e/o dell’Osservatorio per la Pace e saranno selezionati sulla base della loro disponibilità, conoscenza della lingua italiana e propensione alla socialità.

La vera integrazione si costruisce attraverso la conoscenza – afferma Valerio Bonetti, responsabile della Cooperativa sociale Odissea ecco perché abbiamo pensato a un momento di incontro per i migranti e le famiglie del territorio. Si tratta semplicemente di un modo per scambiare opinioni, scoprire magari che sono tante le cose che ci accomunano. Speriamo che siano in tanti a sfruttare l’occasione”. Per aderire è possibile scrivere a aggiungiunpostocapannori@gmail.com oppure chiamare lo 0583935251 da lunedì a venerdì (9:00-13:00).

Una delegazione di studenti americani provenienti da New York, dalla California, dal Texas, da Washington e dall’Iowa, a Sesto Fiorentino per studiare la migrazione europea attraverso il progetto di integrazione sul territorio avviato nel 2017 dalla cooperativa sociale Il Cenacolo con gli ospiti del centro di accoglienza Il Gerlino.

Dopo essere stata considerata esempio vincente dal quotidiano britannico The Guardian, questa volta un gruppo di studenti da 15 a 17 anni ha deciso di venire a conoscere l’esperienza di Sesto Fiorentino per studiare il fenomeno della migrazione in Europa e il funzionamento delle politiche pubbliche con l’insediamento del nuovo Governo.

Lunedì 9 luglio si è tenuto l’incontro tra migranti, studenti americani e rappresentanti dell’associazionismo del territorio per confrontarsi su tema dell’integrazione e dell’inclusione sociale in Italia e confrontarsi sul progetto di mediazione di strada a Sesto Fiorentino. Dopo l’incontro gli studenti sono stati accompagnati per Sesto Fiorentino a conoscere i commercianti, i cittadini e i rappresentanti delle associazioni sportive e culturali che hanno aderito al progetto nato per facilitare l’integrazione e sostenere la partecipazione dal basso valorizzando gli spazi urbani pubblici.

“Si tratta di una nuova occasione per noi molto importante di raccontare oltre oceano un progetto che funziona – spiega Matteo Conti, presidente della Cooperativa Il Cenacolo – e che ci sta regalando importanti soddisfazioni. A Sesto abbiamo la conferma che possono esistere esperienze positive di accoglienza, dialogo e integrazione quando si lavora con il territorio creando sinergie virtuose e convincenti.”

 

Sarà una sfida all’ultima forchettata fra tagliatelle ai funghi (rigorosa ricetta tradizionale toscana) da una parte e cous cous in salsa vegetariana (dalla tradizione africana) dall’altra. L’appuntamento è sabato 26 maggio, dalle 18 alle 21 in p.zza Ginori a Sesto Fiorentino.

La singolare gara, che richiama scherzosamente fin dal titolo “Master Cas” il noto programma tv cult di sfida culinaria, proprio come a MasterChef vede una competizione piatto contro piatto, salsa contro salsa, fra la tradizione della cucina locale e quella importata da giovani provenienti dal continente africano. CAS infatti sta per centro d’accoglienza straordinaria cioè centri che si occupano dell’accoglienza e dei progetti di integrazione dei cittadini che emigrano da noi.

A giudicare però non ci saranno i nuovi guru dei programmi di cucina, ma più democraticamente i palati di persone normali che con un’offerta libera per un giorno (almeno) potranno sentirsi i nuovi Cracco. Toccherà infatti a una giuria popolare decidere la palma del migliore piatto e quindi del cuoco (o della cuoca) da premiare. Insomma una giuria popolare che assaggia e vota quello che gli è piaciuto di più. Ai vincitori andranno in premio buoni spesa offerti dai negozianti del centro commerciale naturale di Sesto Fiorentino.

Funziona così: le persone che vogliono partecipare, in cambio di una un’offerta libera, saranno dotati di posate e due cartoncini, uno rosso e uno blu con cui votare la squadra prescelta. Infatti a Master Cas (proprio come a Master Chef) le squadre, miste, saranno due, rossa e blu. I due gruppi sono composti dai migranti accolti nel centro di accoglienza Il Gerlino, che hanno appena concluso il corso di formazione Ristorazione e sala presso il Circolo La Rinascita, realizzato da Co&So e coop. Il Cenacolo, da scout, e dai membri delle associazioni di volontariato del territorio. E la sfida, ovviamente, sarà fra un menù di cucina tipica toscana e uno africano. Da una parte pasta fresca (tortelli e tagliatelle) con ragù e sugo ai funghi dall’altra salsa vegetariana, cous cous e banko

Migliorare le conoscenze e le competenze degli operatori ed educatori che si occupano di giovani rifugiati e migranti. E’ questo l’obiettivo del corso di formazione  del progetto europeo REACH-OUT, finanziato dal Programma Erasmus+ KA2 della Commissione Europea, che si è tenuto  a Izmir, in Turchia, dal 16 al 20 aprile scorso

Al corso hanno partecipato 20 operatori provenienti dall’Italia, Turchia, Austria e Grecia. Il gruppo italiano ha coinvolto due cooperative di Co&So: la cooperativa sociale Odissea di Capannori e la Cooperativa Arké di Pistoia.

Attraverso strumenti innovativi, i partecipanti hanno migliorato la loro professionalità e adottato nuovi strumenti per lavorare con i giovani rifugiati. L’evento è stata anche l’occasione per costruire una rete con le organizzazioni partners

Visto il suo successo, il corso sarà ulteriormente promosso sul portale SALTO-YOUTH per eventuali edizioni future.

Per maggiori informazioni ed essere aggiornato sull’andamento del progetto visita il sito:

http://reachout.yasar.edu.tr/

https://www.facebook.com/reachoutproject/

https://twitter.com/Reach_out_proje

Un confronto durato oltre due ore e che ha visto da una parte gli studenti americani della Diablo Valley University, dall’altra i richiedenti asilo ospiti del CAS (Centro di Accoglienza Straordinaria) di Fiesole a Borgunto gestito dalla cooperativa Il Cenacolo, aderente al Consorzio Co&So.

Un’occasione promossa per scambiare esperienze e impressioni sull’argomento immigrazione, prescindendo da stereotipi e preconcetti. Accompagnati da un educatore de Il Cenacolo e da due volontari, cinque ospiti africani anglofoni del CAS di Fiesole hanno incontrato studenti californiani di Scienze Politiche della Diablo Valley University, in Italia con un loro docente per un semestre, per studiare la prospettiva europea e il modello di accoglienza italiano su un tema attuale sia in Europa sia negli Stati Uniti: l’emergenza immigrazione.

È stato uno scambio vero, rispettoso e commovente – ha spiegato il coordinatore de Il Cenacolo Davide Delle Cave – con domande molto dirette e senza giri di parole da entrambe le parti. I giovani africani hanno raccontato con immediatezza e dignità le loro drammatiche esperienze di viaggio e di vita, mettendo in evidenza le profonde differenze ma anche gli inaspettati punti di contatto tra le due società su temi come l’impatto della politica sul tema dell’immigrazione, le diverse prospettive sull’Italia, la convivenza con il pericolo, la violenza contro i minori, il valore della vita umana, il rispetto dei diritti e l’accesso alla conoscenza. L’incontro ha fruttato a entrambi i gruppi un allargamento della prospettiva sui reciproci mondi di provenienza e un profondo livello di condivisione a livello umano.”

È in preparazione una successiva occasione di confronto prima del rientro degli studenti negli Stati Uniti, alla fine di aprile.

Parlare liberamente delle paure, dei problemi percepiti e vissuti legati all’accoglienza e alla crisi migratoria e lavorare insieme per trovare soluzioni condivise ai problemi della città. Sono alcuni degli obiettivi del progetto del centro di accoglienza Il Gerlino che ha messo al lavoro i suoi operatori nelle piazze del centro storico di Sesto Fiorentino, piazza Vittorio Veneto e piazza del Mercato, al fine di creare sulla strada spazi di dialogo che possano facilitare le relazioni e la conoscenza tra migranti e sestesi.

Vengono infatti dal Bangladesh, dal Senegal, dalla Liberia, dal Mali come dal Pakistan i nuovi frequentatori del centro storico della città, sono i richiedenti asilo del centro di accoglienza dell’ex hotel Il Gerlino gestito dalla cooperativa sociale Il Cenacolo (del gruppo cooperativo Co&So) e con la loro presenza le strade e le piazze sono diventate palcoscenico di una nuova quotidianità imperniata su differenze socio culturali e linguistiche, talvolta radicali, che rischiano di generare sentimenti di allarmismo, paura e distanza.

Per affrontare questi sentimenti nasce l’azione di mediazione sociale sviluppata dagli operatori del centro di accoglienza di via Mazzini, che lavorano per ascoltare e incoraggiare cambiamenti e soluzioni di possibili conflitti. Per quattro ore ogni giovedì mattina con il mediatore linguistico culturale Pape Diaw gli operatori del centro di accoglienza parlano con i cittadini per raccogliere percezioni, esigenze, proposte. Per risolvere alcuni dei problemi segnalati sono state già messe in pratica azioni come l’operazione anticicche che si è svolta a luglio, ma sarà replicata presto con altri volontari: migranti del centro Il Gerlino, scout e cittadini sestesi sono partiti per raccogliere carte e cicche e restituire decoro alla piazza e al parcheggio di fronte al palazzo comunale.

Un’altra delle azioni condivise è il “Laboratorio di orientamento al lavoro” che prevede il coinvolgimento di sei ospiti del Gerlino e dei commercianti. Venerdì scorso i migranti che “si sono allenati” nella ricerca attiva di un lavoro hanno simulato un colloquio di lavoro grazie al titolare del Bar Blu Via Dante Alighieri. E le simulazioni continueranno in futuro con il coinvolgimento delle altre attività commerciali intercettate dai mediatori di strada.

Oltre a garantire la presenza fissa in piazza tutti i giovedì, per l’ascolto e il dialogo, oltre a replicare i progetti già concretizzati (l’operazione di pulizia e la simulazione del colloquio di lavoro) gli operatori del centro di accoglienza organizzeranno nei prossimi mesi anche visite guidate (condotte dal gruppo di frequentatori abituali della piazza che porteranno i migranti del centro di accoglienza a conoscere i luoghi storici del centro di Sesto Fiorentino), workshop fotografici e laboratori in piazza che coinvolgeranno ancora insieme rappresentanti delle associazioni sestesi, negozianti, cittadini e migranti.

“Questo intervento – spiega Dalila De Pasquale, coordinatrice del progetto per il Cenacolo – ci permette di osservare dinamiche di incontro e tensioni che si ripetono sulla strada, raccogliendo proposte di trasformazione dei conflitti da parte di residenti sestesi, migranti, associazionismo, autorità e commercianti secondo un modello di partecipazione e cittadinanza attiva e di dialogo dal basso. I cittadini che hanno interesse a partecipare o avere maggiori informazioni, possono passare a trovarci in piazza il giovedì mattina oppure telefonare al numero 055/0981224 (Cas Il Gerlino)”.

“Fin dall’avvio abbiamo seguito con grande interesse questo progetto che si inserisce a pieno tra le politiche attive per la prevenzione di situazioni di marginalità e rifiuto – spiega l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Sesto Fiorentino Camilla Sanquerin – È evidente come la conoscenza reciproca sia alla base dell’accettazione positiva delle diversità e il fatto che questa avvenga per strada, nei luoghi e nelle situazioni informali della quotidianità, rappresenta un elemento di straordinaria importanza. Il bilancio di questi primi sei mesi dell’iniziativa è molto positivo: i cittadini non hanno esitato a segnalare all’Amministrazione e alla cooperativa disagi, dubbi e problemi legati a questo nuovo ‘vicinato’, ma sono stati al contempo molto disponibili e collaborativi nel trovare soluzioni e nel costruire occasioni di incontro e conoscenza. Un’ulteriore dimostrazione di come, al di là delle discussioni esasperate sui social, Sesto sia una città aperta e accogliente”. 

Il centro di accoglienza straordinaria gestito dalla cooperativa sociale Il Cenacolo, aderente al gruppo cooperativo Co&So, è stato aperto due anni fa nei locali della ex biblioteca e da quest’anno si è trasferito accanto all’ex hotel Il Gerlino.

Dal 2016 nell’ambito dei protocolli di intesa “MigrAzioni per gli altri” e “MigrAzioni per lo Sport” sviluppati dal Comune di Sesto Fiorentino, 25 ragazzi sono stati coinvolti in attività di volontariato, sport e attività teatrali grazie all’impegno di associazioni sestesi come Agesci, Misericordia, Doccia Calcio, Laboratorio Nove e Auser. Alcuni di loro sono riusciti a trovare un’occupazione nel campo della pelletteria e della ristorazione con un regolare contratto o sono inseriti in un percorso di formazione/orientamento al lavoro.

Un albero di Natale alto oltre 4 metri e un presepe realizzati in legno con materiali di recupero dai migranti ospiti della cooperativa sociale “Il Cenacolo” – aderente al gruppo cooperativo Co&So –  hanno preso posto nel cortile di Palazzo Panciatichi del Consiglio Regionale della Toscana (via Cavour, 4 Firenze).

 

L’albero e il presepe sono risultati del corso di falegnameria promosso dalla cooperativa “Il Cenacolo” dedicato agli ospiti delle strutture gestite dalla cooperativa a Dicomano e Polcanto in provincia di Firenze.

“Un’occasione importante per mostrare una piccola parte del lavoro fatto con gli ospiti dei centri di accoglienza – spiega Matteo Conti, presidente de Il Cenacolo – Un percorso di inclusione e integrazione testimoniato da tante attività come l’inserimento di alcuni ragazzi nel coro Novecento”.

Gli operatori del centro di accoglienza PACI sono dei panda (“animali in via d’estinzione”), i migranti sono uccelli migratori e, metamorfosi  a parte, le storie raccontate dal fumetto di Simone Pieralli, sono tutte vere. Sono i racconti raccolti dal fumettista che ha ascoltato “ogni persona passata per quegli uffici, davanti o dietro alle scrivanie, e che ha lasciato un pezzetto della sua storia”, trasformato poi dalla matita di Pieralli in un racconto costruito con ironia.

I disegni raccontano la difficile ricerca di un lavoro adatto a ogni uccello migratore, l’impegno dei panda nel districarsi con la burocrazia per rispondere ai bisogni delle persone assistite, l’incontro con altre culture, le buone pratiche dell’accoglienza, le esperienze di riscatto e di ripartenza dopo la fuga da guerre e persecuzioni: “Il fumetto, che parla solo attraverso il disegno, è passato di mano in mano, ha raggiunto anche a chi parla altre lingue, è servito a strappare un sorriso ai protagonisti delle storie”, spiega ancora il fumettista.

“PACI. A true story” è il condensato di un lavoro di accoglienza e integrazione che va avanti da sette anni del centro di via Caccini, gestito dalla Cooperativa Il Cenacolo aderente al Consorzio Co&So che in questi anni è riuscito a garantire al 70 % degli ospiti il raggiungimento dell’indipendenza, attraverso il lavoro e l’alloggio.

“Dall’inizio della sua attività, il centro situato nel complesso della Madonnina del Grappa ha accolto oltre 500 persone – spiega il direttore Mauro Storti –  Il percorso di accoglienza e integrazione prevede corsi di italiano, inglese e alfabetizzazione informatica, orientamento al lavoro e assistenza socio-sanitaria. L’obiettivo è rendere i migranti persone autonome e integrate nella società, sia dal punto di vista abitativo che economico. Ogni anno gli inserimenti lavorativi sono in media 45”.

​LINK DOWNLOAD  FUMETTO ​“PACI. A true story”