Spegne venti candeline il nido Lo Scarabocchio di Civitella Paganico (Grosseto), gestito dallo scorso settembre dalla società cooperativa Giocolare, aderente al Consorzio Co&So e che festeggia le famiglie, le educatrici e lo storico gruppo di lavoro con una giornata dedicata alle novità educative e ovviamente ai bambini, condivisa con l’amministrazione comunale.

Per sabato 14 aprile dalle ore 9 presso l’aula magna delle scuole medie statali di Civitella Paganico è in programma il convegno: “Promuovere la cultura per l’infanzia in una prospettiva 0-6: confronti, riflessioni e voci dal territorio”, organizzato in collaborazione con il Gruppo Toscano Nidi e Infanzia. Dopo i saluti dei rappresentanti del Comune di Civitella Paganico introdurrà la mattinata Claudia Calafati, direttore dell’Area Educazione di CO&SO. Ci sarà spazio per parlare dei percorsi di continuità nell’esperienza dell’istituto comprensivo di Civitella Paganico, della storia e dei progetti del nido Scarabocchio, per aprire un confronto con le famiglie e ascoltare le testimonianze dei genitori dei bambini che hanno frequentato il nido.

I percorsi di continuità educativa sono già una realtà a Civitella Paganico – commenta Riccardo Fantaccini, Responsabile area educazione della cooperativa Giocolare – lo stesso edificio del nido Scarabocchioospita anche la scuola dell’infanzia statale, la collaborazione tra le due strutture è molto stretta, ecco perché parlare della novità della riforma 0-6 in questo contesto è tanto più appropriato”.

Il pomeriggio di sabato 14 aprile, che si svolgerà presso la “casina” e gli adiacenti giardini di Paganico, sarà poi dedicato ai bambini, animazione, laboratori e merende saranno offerti ai piccoli che avranno il compito di spegnere le candeline sulla grande torta confezionata per l’occasione.

 “Siamo nel primo anno di gestione dello storico nido Lo Scarabocchio di Civitella Paganico capace di accogliere 30 bambini, tra i 3 e i 36 mesi, che può contare su un gruppo di lavoro consolidato, formato da quattro educatrici e due operatrici ausiliarie – spiega Calafati – Tra le novità che hanno caratterizzato gli ultimi mesi del nido segnaliamo l’organizzazione di un incontro sul tema delle ‘emozioni’ con le famiglie e il corso di formazione per tutti gli educatori dei nidi gestiti da Giocolare dedicato alla cura degli spazi”.

La società cooperativa sociale Giocolare è stata costituita nel 1989 per la sperimentazione di percorsi di progettazione e gestione di servizi da parte del mondo privato e per rispondere alla forte domanda di servizi per la prima infanzia presente inizialmente in Valdisieve ed è cresciuta investendo in nidi d’infanzia privati e convenzionati in altre parti della Toscana. Nel Grossetano Giocolare gestisce dal 2013 servizi educativi ad Albinia e Orbetello, da settembre 2017 il nido di Civitella Paganico Lo Scarabocchio, da gennaio 2018 nidi e scuole dell’infanzia di Grosseto.

A due anni dall’attivazione di Pronto Badante in Valdinievole sono stati attivati ben 473 casi. È il bilancio del progetto della Regione Toscana dal 2016 ad oggi, grazie alla gestione da parte di Co&So, in particolare delle due cooperative “Solidalia” e “Girasole”. Un vero e proprio successo nei comuni coinvolti: Buggiano, Chiesina Uzzanese, Larciano, Lamporecchio, Massa e Cozzile, Monsummano, Montecatini, Pescia, Pieve a Nievole, Ponte Buggianese e Uzzano. Ma i cittadini che si sono rivolti al numero verde 800 59 33 88 sono anche di più: 55 casi sono stati valutati ma per assenza di requisiti, ripensamenti o decessi non sono stati portati a compimento.

Il progetto offre la possibilità all’anziano o alla famiglia convivente di avere un immediato punto di riferimento per far fronte a una situazione di bisogno. Dalla telefonata al numero verde si attiva entro 48 ore una valutazione dell’anziano. Una volta accertati i requisiti (età uguale o superiore a 65 anni, residenza in Toscana, trovarsi in un momento di difficoltà, fragilità o disagio che si manifesta per la prima volta, non avere già in atto un progetto di assistenza personalizzato da parte dei servizi territoriali, non aver già stipulato un contratto di assistenza familiare) vengono erogati dei buoni di lavoro (voucher) erogati dalla Regione Toscana per un valore pari a 300 euro (lordi), comprensivi di contributi previdenziali e assicurativi, al fine di attivare un primo rapporto di lavoro regolare e occasionale con una o un badante.

Un’occasione importante per indirizzare le famiglie verso le associazioni sul territorio e i servizi presenti. “L’attivazione della risposta all’anziano entro 48 ore rappresenta un’opportunità per dare un supporto immediato all’anziano – spiega Valentina Romano, referente del progetto per Co&So –. Questo progetto, che è ancora in fase sperimentale, sta diventando così un vero e proprio servizio per l’utenza che spesso di trova a dover far fronte a lunghe liste d’attesa per poter accedere agli altri servizi territoriali”.

Un confronto durato oltre due ore e che ha visto da una parte gli studenti americani della Diablo Valley University, dall’altra i richiedenti asilo ospiti del CAS (Centro di Accoglienza Straordinaria) di Fiesole a Borgunto gestito dalla cooperativa Il Cenacolo, aderente al Consorzio Co&So.

Un’occasione promossa per scambiare esperienze e impressioni sull’argomento immigrazione, prescindendo da stereotipi e preconcetti. Accompagnati da un educatore de Il Cenacolo e da due volontari, cinque ospiti africani anglofoni del CAS di Fiesole hanno incontrato studenti californiani di Scienze Politiche della Diablo Valley University, in Italia con un loro docente per un semestre, per studiare la prospettiva europea e il modello di accoglienza italiano su un tema attuale sia in Europa sia negli Stati Uniti: l’emergenza immigrazione.

È stato uno scambio vero, rispettoso e commovente – ha spiegato il coordinatore de Il Cenacolo Davide Delle Cave – con domande molto dirette e senza giri di parole da entrambe le parti. I giovani africani hanno raccontato con immediatezza e dignità le loro drammatiche esperienze di viaggio e di vita, mettendo in evidenza le profonde differenze ma anche gli inaspettati punti di contatto tra le due società su temi come l’impatto della politica sul tema dell’immigrazione, le diverse prospettive sull’Italia, la convivenza con il pericolo, la violenza contro i minori, il valore della vita umana, il rispetto dei diritti e l’accesso alla conoscenza. L’incontro ha fruttato a entrambi i gruppi un allargamento della prospettiva sui reciproci mondi di provenienza e un profondo livello di condivisione a livello umano.”

È in preparazione una successiva occasione di confronto prima del rientro degli studenti negli Stati Uniti, alla fine di aprile.

Una proposta di legge di iniziativa della giunta, che abroga la legge regionale n. 87 del 24 novembre 1997e stabilisce nuove regole per disciplinare i rapporti tra le cooperative sociali e gli enti pubblici che operano in ambito regionale.

Il contenuto della proposta di legge, approvata dalla giunta nel corso della sua ultima seduta, è stato illustrato nel corso di una conferenza stampa dall’assessore al diritto alla salute e al welfare Stefania Saccardi, assieme ai rappresentanti delle tre centrali cooperative: Fabio Palmieri, Federsolidarietà-Confcooperative Toscana, Marco Paolicchi, responsabile Dipartimento Area Welfare Legacoop Toscana; Federico Pericoli, AGCI-Solidarietà Toscana; era presente anche il presidente della Consulta regionale sulla cooperazione sociale Luca Rinaldi.

“La proposta di legge andrà prima in commissione, poi all’approvazione del Consiglio – ha detto l’assessore Saccardi – E’ un impegno che ci eravamo presi un po’ di tempo fa’. Una scelta forte che sta dentro l’idea di welfare che abbiamo in Regione Toscana: inclusione e non assistenzialismo. E la cooperativa sociale è il modo migliore per realizzare l’inclusione. Questa è una cornice normativa che costituisce un punto di riferimento importante, e si pone in conformità con il codice degli appalti. Il mondo della cooperazione è importante nella nostra regione, e questo è uno strumento privilegiato per l’inserimento delle persone svantaggiate. Faremo una giornata formativa, coinvolgendo anche Anci e Società della Salute, e proveremo a dare a questo testo anche le gambe per camminare”.

“Questo provvedimento era atteso da molto tempo da tutto il mondo della cooperazione sociale – è il commento di Fabio Palmieri, Federsolidarietà-Confcooperative Toscana – Da oltre 20 anni infatti si attendeva un aggiornamento della precedente legge. Possiamo affermare che grazie al lavoro dell’assessore Saccardi e del suo staff, che ringraziamo, è stato possibile gestire un percorso di riforma che non era facile avviare e che permette alla Regione Toscana di riacquistare quel ruolo di “faro” delle politiche sociali. Gli interventi previsti aiuteranno le cooperative sociali che in questi anni di forte crisi economica hanno costituito uno dei pochi se non l’unico strumento di politiche attive del lavoro, capace di dare risposte non solo ai soggetti svantaggiati, ma anche a tutte quelle categorie che rientrano nelle vecchie e nuove povertà, ai soggetti vulnerabili, alle fasce del disagio sociale più o meno conclamato”.

“Grazie alla Regione, all’assessorato e allo staff tecnico – ha dichiarato Marco Paolicchi, responsabile Dipartimento Area Welfare Legacoop Toscana – Esprimo grande soddisfazione. Dopo vent’anni è la risposta attendevamo da tempo, soprattutto in un momento storico così particolare. Una legge che rafforza il nostro ruolo nella società. In particolare mi preme sottolineare due punti importanti per la cooperazione sociale: il coinvolgimento nei percorsi di coprogettazione e coprogrammazione, che rispecchia il nostro ruolo sussidiario rispetto all’ente pubblico e il fatto che questa proposta di legge riconosce il ruolo che la cooperazione sociale di tipo B deve avere e dovrà avere in futuro. In particolare l’introduzione di un sistema di valutazione del progetto di inserimento lavorativo relativo ai soggetti svantaggiati ai fini dell’attribuzione dei punteggi nell’offerta tecnica”.

“Un grazie anche da me a tutto l’assessorato, dal vertice alla base – ha aggiunto Federico Pericoli, AGCI-Solidarietà Toscana – E’ stato un lavoro d squadra, collegiale, molto importante, un ottimo metodo da replicare. E il risultato è lo strumento normativo migliore che poteva essere richiesto. Una volta approvato, sarà importante diffonderlo e farlo conoscere, e far capire quali sono i vantaggi sul piano qualitativo”.

Infine il presidente della Consulta regionale sulla cooperazione sociale Luca Rinaldi: “All’indomani di un percorso di riforme che ha visto prima introdurre importanti modifiche al Codice degli appalti e poi interessanti novità con la Riforma del Terzo Settore e dell’Impresa sociale, accogliamo con favore questa importante proposta di legge della Regione Toscana che, per prima in Italia, cerca di cogliere le opportunità nate dalla Riforma del Terzo settore mettendo in campo delle risposte sia sul versante della cooperazione di inserimento lavorativo di persone svantaggiate (cooperative di tipo “B”) sia sul versante della cooperazione sociale finalizzata alla gestione di servizi socio-sanitari assistenziali ed educativi (cooperative di tipo “A”). Una nuova legge regionale che servirà anche a determinare buone prassi e venire incontro alle esigenze delle tante amministrazioni, soprattutto quelle piccole, che presentano difficoltà nel recepire il Codice degli appalti e la Riforma del Terzo Settore con tutte le sue innovazioni”.

La recente riforma del Terzo settore (d.lgs. n.117/2017) ha confermato il ruolo fondamentale della cooperazione sociale, ribadendone la necessità di coinvolgimento da parte delle amministrazioni fin dalla fase di programmazione, progettazione e organizzazione degli interventi e dei servizi alla persona.

Regione Toscana ha avviato un percorso di revisione della legge regionale 87/97 che disciplina i rapporti tra le cooperative sociali e gli enti pubblici che operano nell’ambito regionale, con l’obiettivo di perseguire un’idea di sviluppo economico e sociale che sottolinei la centralità della persona attraverso il consolidamento di politiche socio-lavorative centrate sull’attuazione dei diritti di cittadinanza e sulla piena integrazione e inclusione sociale dei cittadini in condizioni di svantaggio. Questo percorso ha portato all’approvazione della proposta di legge in giunta regionale il 12 marzo scorso.

La riforma della legge regionale 87/97 era attesa da tempo e sancisce l’impegno di Regione Toscana nei confronti del mondo della cooperazione sociale. In questo senso è importante ricordare che la Regione stessa ha siglato nel maggio 2017 un protocollo d’intesa con Estar (Ente di supporto tecnico amministrativo regionale) e con le principali centrali cooperative, già operativo e riconosciuto come “buona pratica”, che prevede la riserva dell’8% sugli appalti di Estar, da assegnare alla cooperazione sociale di tipo B. Questo a significare che la sanità pubblica toscana si è mossa nella direzione di riconoscere un ruolo importante alla cooperazione sociale e – nel rispetto delle leggi vigenti – ha formalizzato specifici accordi e percorsi amministrativi per l’affidamento di servizi strumentali alla cooperazione sociale di tipo B.

In seguito alla stipula di questo protocollo legato alla sanità toscana, anche il Comune di Firenze e l’Università di Firenze hanno sancito protocolli analoghi (febbraio 2018) con le principali centrali cooperative, mettendo a disposizione della cooperazione sociale di tipo B una riserva nelle procedure di affidamento di vari servizi strumentali.

La nuova legge regionale fa tesoro di questi virtuosi percorsi che Regione Toscana, Estar, Comune di Firenze e Università di Firenze hanno già reso operativi e che – di fatto – divengono una sorta di basamento giuridico per la nuova legge regionale sulla cooperazione sociale.

Inoltre la riforma regionale potrà fornire un quadro giuridico/amministrativo più certo agli enti locali per legittimare le loro azioni amministrative; la nuova legge diventa così uno strumento operativo per supportare gli enti locali e fornire loro indicazioni e orientamenti volti a promuovere il valore sociale della cooperazione anche attraverso la predisposizione di specifiche linee guida volte a sostenere gli enti locali nella corretta applicazione della norma.

Queste le novità più importanti della proposta di legge regionale:

– Si recupera e valorizza quanto introdotto dal nuovo codice sul Terzo settore (articolo 55 del d.lgs. n.117/2017) a proposito di coprogrammazione e coprogettazione, favorendo il coinvolgimento delle cooperative sociali e degli altri enti del terzo settore attraverso gli strumenti della coprogrammazione, della coprogettazione e dell’accreditamento.

– Si individua una soglia nell’ambito dell’affidamento dei contratti di importo inferiore alla soglia comunitaria non inferiore al 3% e non superiore all’8% del valore complessivo annuo degli affidamenti.

– Si individua una percentuale annua non inferiore al 2% e non superiore all’8% del valore complessivo annuo degli affidamenti relativi ai servizi strumentali ad alta intensità di manodopera per l’inserimento negli atti di gara di idonea clausola sociale per la tutela dei soggetti svantaggiati, mediante specifica segnalazione nell’ambito del procedimento di programmazione.

– Si inserisce la possibilità di valutare il progetto di inserimento lavorativo relativo ai soggetti svantaggiati ai fini dell’attribuzione dei punteggi nell’offerta tecnica secondo le modalità previste dalla normativa vigente e nel rispetto del principio di proporzionalità.

– Si conferma infine il ruolo importante della Consulta regionale sulla cooperazione sociale che esprimerà pareri e formulerà proposte in materia di cooperazione sociale, seguirà i rapporti tra cooperative sociali e pubbliche amministrazioni, svolgerà un monitoraggio sull’efficacia e la qualità dei servizi.

(Comunicato stampa a cura di Toscana Notizie – Agenzia di informazione della Giunta regionale)

C’è chi aiuterà gli educatori dei nidi e degli spazi gioco, chi lavorerà con gli anziani e i migranti e chi farà esperienze nei servizi di informazioni turistica. Un’immersione nel mondo del lavoro attraverso la lente delle cooperative per 35 ragazzi dell’Istituto Morante-Ginori Conti di Firenze. E’ il progetto di alternanza scuola lavoro che il consorzio di cooperative Co&So ha avviato. Dopo i corsi di formazione, i ragazzi stanno avendo il loro primo, vero, contatto con il mondo della cooperazione.

 

“E’ un benvenuto nel mondo delle cooperative, sperando che questo sia l’inizio di una conoscenza positiva per tutti e di un arricchimento reciproco – ha detto il presidente di Co&So, Lorenzo Terzani –  I ragazzi avranno la possibilità di entrare a contatto con realtà diverse, con sensibilità nuove,  ma soprattutto lavoreranno con persone che hanno bisogno e con professionisti del settore. Apprenderanno i valori della cooperazione sul campo. Un’esperienza che mi auguro gli aprirà nuove prospettive sul loro futuro”.

 

In totale il percorso prevede 100 ore, di cui 15 di formazione teorica e incontri propedeutici, nel quale gli studenti avranno mansioni e compiti specifici nei nidi, ludoteche e negli spazi gioco gestiti dalle cooperativa L’Abbaino, Giocolare e Convoi. Aiuteranno nell’assistenza ad anziani e a persone con disabilità nei servizi della cooperativa Il Girasole. Faranno esperienza con l’accoglienza migranti e nei centri di aggregazione giovanile al fianco degli operatori della cooperativa Il Cenacolo. C’è poi l’area dedicata alla cultura, con le esperienze nell’accoglienza turistica negli uffici di Florence Planet

Il Comune di Firenze e l’Università degli Studi di Firenze hanno firmato, a Palazzo Vecchio, un protocollo di intesa con Federsolidarietà-Confcooperative Toscana, Legacoopsociali-Legacoop Toscana, AGCI-Solidarietà Toscana, in cui si impegnano a destinare il 5% delle loro gare a procedure riservate alle cooperative sociali di tipo B, che si occupano dell’inserimento di soggetti svantaggiati. È il risultato di un percorso di lavoro avviato a livello regionale e anche dell’applicazione del nuovo codice degli appalti, che recepisce le direttive europee che vanno nella direzione di salvaguardare i soggetti deboli, pur mantenendo saldi i principi della concorrenza e del libero mercato. Ma non solo, il protocollo prevede anche la suddivisione in lotti più piccoli, adeguati alla partecipazione di medio-piccole imprese. La clausola sociale, invece, stabilisce che nelle gare aperte a tutti gli operatori economici l’esecuzione di alcuni servizi avvenga con l’utilizzo di persone svantaggiate. Un tavolo di coordinamento si occuperà, infine, di elaborare proposte e procedure specifiche, promuovere, vigilare e monitorare l’attività e l’entità degli affidamenti annuali di beni e servizi e l’efficacia degli interventi programmati.

La cooperazione sociale è fondamentale per avvicinare le fasce deboli al mondo del lavoro, che per questi soggetti rappresenta un modo per inserirsi nella società e conquistare l’autonomia.

La cooperazione sociale è, da sempre, per vocazione e per natura, un potente strumento di inclusione lavorativa e sociale. L’inserimento lavorativo di persone svantaggiate arricchisce le comunità locali, aumenta la sicurezza e la coesione sociale, incrementa la qualità della vita: genera un vero e significativo risparmio di risorse pubbliche che ne fanno uno dei migliori esempi di politiche attive del lavoro e di politiche sociali attive. Ogni persona svantaggiata ha infatti un costo per la collettività (47 mila euro persona/anno per la comunità psichiatrica, 24 mila euro persona/anno per diurno psichiatrico, 14 mila euro persona /anno nel centro minori, 10 mila euro persona/anno nelle comunità terapeutiche, 70 mila euro per ogni detenuto). Ogni inserimento porta un beneficio medio di 23 mila euro, considerando i 2.021 impiegati nelle cooperative toscane, si può stimare un beneficio di 46, 4 milioni di euro ogni anno nella nostra regione.

La cooperazione è riuscita a trasformare svantaggi e fragilità in opportunità, non solo di coesione sociale ma anche di risparmio di risorse pubbliche – afferma Fabio Palmieri, presidente di Federsolidarietà-Confcooperative Toscana – ma la centralità del lavoro è fondamentale nell’esperienza di queste particolari imprese. Per questo l’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati deve essere pensato come un bene comune. Il sostegno e il rafforzamento di questo sistema deve essere un obiettivo qualificante di politiche di sviluppo ma anche alla base di un approccio culturale diverso. Il protocollo firmato oggi, che accogliamo con grande soddisfazione, va in questa direzione e la presenza dell’Università – aggiunge Palmieri – crediamo possa garantire anche quest’ultimo aspetto”.

In uno scenario in cui la domanda di servizi di welfare si evolve rapidamente, e al tempo stesso cresce il bisogno di sostegno all’occupazione delle fasce più deboli della popolazione, la cooperazione sociale diventa sempre più una risorsa strategica per le comunità locali – afferma Marco Paolicchi, responsabile Area Welfare di Legacoop Toscana -. Questo protocollo consentirà di offrire opportunità di lavoro concrete a persone che si trovano in una situazione di svantaggio sociale, contribuendo alla loro integrazione nella società e con un effetto moltiplicatore dei benefici per la collettività”

Questo protocollo si qualifica per l’importanza che ha per una città come la nostra e per un tessuto già ricco di numerose realtà che operano nel settore dell’inserimento lavorativo. Attraverso questo accordo, grazie anche all’intervento dell’università, si trova una formalizzazione ulteriore che aiuterà a trovare un impiego chi oggi ha il diritto di trovare nel lavoro una propria autonomia.” dichiara Federico Pericoli, presidente Agci Solidarietà Toscana

11 cooperative attive sul territorio, 730 lavoratori che ogni giorno offrono servizi a più di 4mila personeSono i numeri di SO&Co, il consorzio di cooperative sociali che dal 1999 opera sul territorio provinciale con le sue realtà attive in diversi settori, dall’ambientale al turistico all’edilizia,  poi asili nido, ludoteche e centri gioco, strutture e assistenza per anziani e disabili, servizi per l’impiego e attività di formazione.

“Stiamo adottato un nuovo modo di lavorare, cogliendo le opportunità di intervento che la riforma del Terzo Settore ci offre – ha detto Luca Rinaldi, presidente So&Co – Un passaggio necessario per seguire i cambiamenti della società, con i suoi nuovi bisogni e emergenze, mantenendo sempre ben salde le relazioni con il territorio. Stiamo diventando una realtà più efficiente, con un’organizzazione più snella, in grado di garantire risposte più immediate ai bisogni delle persone e un rapporto più agevole con le pubbliche amministrazioni. E’ necessario mettere in campo più sinergie fra mondo cooperativo e istituzioni per rispondere ai bisogni crescenti del territorio”

Delle novità dei rapporti tra le imprese sociali e la Pubblica Amministrazione se ne è parlato lo scorso 9 febbraio nel corso del convegno  “L’impresa sociale: partnership e opportunità. La riforma del Terzo Settore per lo sviluppo locale”. Dopo gli interventi istituzionali di Luca Menesini, presidente della Provincia, Stefano Ragghianti, assessore al Comune di Lucca, e Stefano Baccelli, consigliere regionale della Toscana, diversi esperti e operatori del settore hanno riportato le loro esperienze. Sono intervenuti: Claudia Fiaschi, portavoce Forum nazionale del Terzo Settore, Luciano Gallo, esperto Pubblica Amministrazione e Terzo Settore – consulente ANCI, Lorenzo Guerra, presidente Consorzio Consolida di Lecco, Riccardo Mariani, assessore alle Politiche Sociali, Casa e Lavoro del Comune di Lecco e Cosimo Palazzo, Direttore Area Emergenze Sociali, Diritti ed Inclusione del Comune Milano.

“Il nostro mercato di riferimento è più maturo e la competizione a cui non ci possiamo sottrarre richiede velocità e competenza – ha detto Lorenzo Terzani, presidente del consorzio Co&So –  Noi abbiamo qualcosa in più, un valore aggiunto importante:  le relazioni umane e il rapporto diretto con il territorio e le persone. Partiamo da quello che di buono abbiamo e lo valorizziamo, attraverso processi di riorganizzazione e ampliando l’offerta dei servizi. Stiamo rilanciando il nostro progetto di cooperazione, che è fatto da persone per le persone, valorizzando le loro professionalità e mettendole in rete. Uniamo le storie e le esperienze, rimarcando ancora una volta quelle che sono le radici profonde della cooperazione: unirsi intorno al progetto e rimettersi in gioco per il bene della comunità”. 

Sono ripartiti i laboratori creativi della cooperativa Odissea aperti a tutta la cittadinanza, tra questi il gettonatissimo corso di ceramica “Terra di tutti”, che attraverso il lavoro con l’argilla vuole stimolare il dialogo tra le culture e il corso di teatro sociale che coinvolge anche i richiedenti asilo. Sono questi alcuni dei laboratori dinamici di integrazione sociale pensati dalla cooperativa sociale, nata nel 2007 dal progetto comune di alcuni giovani di rispondere al “problema” dell’immigrazione in modo positivo.

Dal 2014 Odissea è soggetto gestore del progetto SPRAR del Comune di Capannori che ospita richiedenti asilo nella Casa di Accoglienza di Lunata e in appartamenti situati sul territorio, ma porta anche avanti progetti di animazione ed educazione rivolti a giovani italiani e stranieri di seconda generazione, si prende cura anche di donne sole con bambini in situazione di disagio socio – abitativo, si occupa di mediazione sociale all’intero dei condomini di edilizia residenziale pubblica e mediazione linguistico-culturale nelle scuole.

Tra le attività finanziate dalla cooperativa dal 2017 c’è il corso di ceramica al quale partecipano cittadini di Lucca e i richiedenti asilo e rifugiati accolti nelle strutture di accoglienza. Il laboratorio, al centro giovani di Santa Margherita a Capannori, è animato dagli artisti del progetto Nimmo, Tonja Pierallini e Simone Gelli, mentre le cornici per i lavori sono realizzate nel centro di riuso solidale Daccapo. Una buona occasione questa per conoscere persone di nazionalità diversa, sperimentare varie tecniche per lavorare questo antico materiale e anche per raccontare se stessi, attraverso l’arte.

Isole Ubuntu” è invece il corso di teatro sociale in collaborazione con l’associazione culturale Experia che si svolge a Lucca e Capannori. Il laboratorio prevede una serie di incontri, fino a giugno 2018, durante i quali si imparano a usare anche materiali multimediali in collaborazione con i ragazzi del liceo artistico musicale Passaglia di Lucca, indirizzo audiovisivo e multimediale, nell’ambito del progetto europeo Erasmus plus.

Attraverso le tecniche del teatro e della multimedialità il progetto vuole promuovere nuovi metodi di integrazione interculturale, far esplorare ai partecipanti la ricchezza della realtà della società moderna. Il tema del laboratorio 2018 è “la casa”, un tema trasversale a tutte le culture, a tutti i tempi e i luoghi.

 “La cosa bella è che c’è stata da subito una buona partecipazione dei cittadini lucchesi ai nostri laboratori – commenta Valerio Bonetti, responsabile della cooperativa Odissea – persone che hanno accolto con piacere l’invito da parte della cooperativa: la buona accoglienza la fanno infatti le comunità e i territori che accolgono, il nostro compito è quello di facilitare le interazioni sociali”.

Continua Bonetti: “I corsi infatti sono strutturati intorno a un tema comune, quello della socialità. Per le persone in accoglienza i laboratori sono un’opportunità da cogliere, sia per apprendere nuove competenze sia per incontrare persone del territorio, in vista di un futuro inserimento sociale e lavorativo. Odissea ha fatto una scelta precisa, quella di considerare l’accoglienza non solo una questione di vitto, alloggio (e forse di corsi di italiano), ma è importante per noi dare strumenti per l’autonomia e quindi organizzare anche attività diverse con l’obiettivo della formazione professionale e della socializzazione”.

Due richiedenti asilo saranno nel team di sarti professionisti che realizzeranno i costumi della terza stagione della famosa serie “I Medici”. Gli ospiti del centro di accoglienza di Fiesole, gestito da Il  Cenacolo, cooperativa del consorzio C0&So, sono stati selezionati attraverso un bando pubblico da una giuria composta da professionisti del costume del calibro di Alessandro Lai (già vincitore del Nastro d’Argento) e Piero Risani. Su 120 sarti, ne sono stati scelti 36, tra cui i due ragazzi provenienti dalla Nigeria e dal Burkina Faso, Peco Osatohamwen Edwin e Guebre Hamidou

 

Tutto il lavoro si concentrerà nella bottega di alta specializzazione Costumi Rinascimento,  nel cuore del centro storico di Prato, un antico convento in via Santa Caterina 13, e durerà due mesi e mezzo. I sarti dovranno progettare e creare 60 abiti nobili, 90 cappelli, 12 scarpe e stivali, 60 cinture, 60 borsette e 100 gioielli. Il progetto è nato dalla collaborazione tra “Manifatture Digitali Cinema” di  Fondazione Sistema Toscana, Regione Toscana, Sensi Contemporanei, Comune di Prato e la società di produzione Lux Vide. Sono sarti professionisti provenienti da Prato e da tutta Italia, alcuni anche da Brasile, Polonia, Russia e Perù.

 

I due ragazzi hanno mostrato grande abilità con ago e filo in più di un’occasione, soprattutto nei mercatini locali, e quasi per caso hanno realizzato il loro sogno. Tutto nasce da un’inserzione letta da una volontaria del centro, da qui la scelta di provare a iscrivere i due ragazzi e poi la gioia nello scoprire che tutti e due sono stati selezionati per la bravura mostrata.

 

“Un riscatto umano e professionale per questi sarti, che dopo tanta sofferenza sono riusciti a raggiungere un traguardo importante – dichiara Davide Delle Cave, gestore del centro di accoglienza di Fiesole – La cooperativa Il Cenacolo si è subito attivata affinché questo avvenisse, accompagnandoli ai corsi e credendo nelle loro capacità. Una bella storia di integrazione e di talento”.

 

Al Centro diurno per disabili L’Onda, gestito dalla coop La Mano Amica,  è arrivata la stanza “snoezelen”, un nome olandese per descrivere un ambiente che stimola i cinque sensi e che aiuta a rilassarsi. È una stanza al buio, dove effetti luminosi, colori, suoni, musiche e profumi trasmettono a chi la vive serenità e benessere; un luogo dove personale qualificato guida gli ospiti in un percorso di stimolazione che produce effetti benefici sull’umore e sul comportamento.

La “snoezelen room” è un tipo di terapia originariamente fondata in Olanda per le persone con disabilità cognitive e di sviluppo e lavora sul benessere della persona attraverso la stimolazione controllata dei cinque sensi: quindici o venti minuti sono sufficienti per stare meglio.

È questa la novità che sarà un punto di riferimento per la provincia di Lucca e che arricchisce il Centro di via di Tiglio a Carraia, una struttura semiresidenziale rivolta a persone con disabilità psico-fisica che svolge la propria attività in collaborazione con la famiglia, con gli altri servizi specifici per la disabilità e la rete sociale.

Il Centro offre assistenza personalizzata e interventi di rieducazione e riabilitazione, accoglie un massimo di 29 persone tra i 18 e i 64 anni ed è un servizio dell’ex Azienda Usl 2 di Lucca gestito dal luglio 2016 dalla cooperativa “La Mano Amica”, associata a CO&SO.

La Mano Amica” è stata fondata nel 1989 per offrire assistenza domiciliare in alcuni progetti nell’ambito della Salute Mentale nel Comune di Lucca e per garantire la funzionalità del nascente Centro Residenziale per Anziani di S. Anna e nel tempo ha saputo dare risposte a esigenze molto diverse, dando un valido aiuto ai servizi sociali del territorio.

Nello svolgimento della propria attività ha da sempre scelto una forma di integrazione con i servizi pubblici, nell’ottica di un migliorare sempre più l’offerta rivolta ai cittadini. Con l’evoluzione del Terzo settore la cooperativa ha avuto l’occasione di creare una forte rete di collaborazioni con altri soggetti presenti nel territorio e aderire a Confcooperative. Una rete di rapporti che ha permesso di affinare sempre più la qualità del proprio lavoro.