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Si è concluso positivamente il corso per “addetto all’assistenza di base” che l’Agenzia Formativa di  So&Co, consorzio aderente al gruppo cooperativo Co&So, ha svolto per conto della Regione Toscana dopo aver vinto un apposito bando pubblico utilizzando le risorse regionali del Por-Fse 2014/2020 finalizzate alla formazione per l’inserimento lavorativo di persone disoccupate.

“Dopo 900 ore di formazione, da settembre 2017 a luglio 2018, hanno concluso il corso 15 allievi, 14 hanno ottenuto la qualifica, 1 allieva ha preso la certificazione di competenze di 2 ADA, oltre la metà hanno già trovato lavoro nell’ambito dei servizi di cura alla persona. Un modo concreto per dare risposte vere e serie sia al bisogno occupazionale sia alle esigenze sempre più rilevanti di un nuovo welfare territoriale di cura e assistenza alle persone” spiega Luca Rinaldi, presidente del consorzio  So. & Co.

Nel dettaglio, su 15 persone che hanno seguito il corso formativo ben 8, pari al 53%, stanno già lavorando. Tre presso altrettante famiglie; due presso la rete di cooperative aderenti a So. & Co.; una presso una Rsa privata; una presso un centro di assistenza alla persona e una in un altro settore. Per quelle che invece stanno ancora aspettando un lavoro due hanno già ricevuto offerte interessanti, una sta facendo il servizio civile e una sta svolgendo un tirocinio. “Il nostro obiettivo – spiega Rinaldi – è non solo formare persone capaci in un settore delicato come l’assistenza alla persona dove la professionalità è determinante, ma anche poi seguirle attivamente per far incontrare domanda e offerta di lavoro. A scadenza trimestrale verifichiamo i percorsi intrapresi dalle persone formate per indirizzarle al meglio e aiutarle così a muoversi nel mondo dell’assistenza alla persona.

Inoltre molti dei qualificati proseguiranno la formazione personale con il corso per OSS, qualcuno si è rimesso in gioco a 50 e 60 anni trovando nel gruppo le forza di studiare, imparare cose nuove e appassionarsi ad un nuovo mestiere.

Allievi, docenti ed imprese avranno modo di raccontare la loro esperienza al seminario finale di progetto organizzato per lunedì 30 luglio alle 11.00 presso la sede di So& Co a Lucca, in Via Mattei 293/F, alla presenza di un dirigente della Regione Toscana. Il seminario è aperto al pubblico.

Intesa tra Anci Toscana e le cooperative sociali regionali per favorire e sostenere l’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati.
L’obiettivo condiviso è quello di individuare e utilizzare tutte le opportunità e le normative (negli appalti, nella programmazione e nella co-progettazione) per impigare le persone che, per storia e difficoltà personali, hanno difficoltà ad entrare nel mercato del lavoro e rischiano l’emarginazione sociale (disabili, ex detenuti, tossicodipendenti, soggetti con problemi psichiatrici). Il protocollo è stato firmato stamani nella sede fiorentina dell’Associazione dei Comuni dal presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni e da Alberto Grilli presidente di Confcooperative-Federsolidarietà Toscana, Leonardo Cianchi vicepresidente di Legacoopsociali-Legacoop Toscana e Federico Pericoli vicepresidente dell’Associazione Generale Cooperative Italiane (A.G.C.I) della Toscana.

 

“Si tratta di una grande opportunità, che mi auguro tutti i Comuni toscani facciano propria mettendo in pratica gli indirizzi dell’intesa – afferma Biffoni – Le cooperative sociali di tipo B rappresentano una ricchezza per il tessuto sociale e per il mondo del lavoro e credo che le amministrazioni, utilizzando tutti gli strumenti che le norme mettono a disposizione, possano e debbano offrire una reale possibilità di inserimento lavorativo per le persone svantaggiate”.  

 

Le cooperative sociali (nella fattispecie quelle di tipo B) sono imprese che si occupano della gestione di attività finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate nei settori dell’industria, commercio, servizi e agricoltura. In particolare, nell’intesa si prevede tra l’altro di “promuovere consultazioni preliminari di mercato, per conoscere e scegliere i migliori istituti contrattuali di tutela sociale, soprattutto negli appalti pubblici di servizi”; di utilizzare strumenti come “appalti e concessioni riservate alle cooperative sociali di tipo B”; di suddividere gli appalti in lotti “in modo da garantire l’effettiva possibilità di partecipazione da parte delle micro, piccole e medie imprese”; di utilizzare le norme vigenti sia per “assicurare il coinvolgimento attivo degli Enti del Terzo Settore attraverso forme di co-programmazione, co-progettazione e accreditamento” sia per “attivare forme speciali di partenariato con enti del Terzo Settore nelle attività di valorizzazione di beni culturali immobili di appartenenza pubblica”.

 

“La cooperazione è riuscita a trasformare svantaggi e fragilità in opportunità, non solo di coesione sociale ma anche di risparmio di risorse pubbliche – afferma Alberto Grilli, presidente di Confcooperative-Federsolidarietà Toscana – ma la centralità del lavoro è fondamentale nell’esperienza di queste particolari imprese. Per questo l’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati deve essere pensato come un bene comune. Il sostegno e il rafforzamento di questo sistema deve essere un obiettivo qualificante di politiche di sviluppo ma anche alla base di un approccio culturale diverso. Il protocollo firmato oggi, che accogliamo con grande soddisfazione, – aggiunge Grilli – va sicuramente in questa direzione”.

Un invito a cena speciale contro l’indifferenza e l’emarginazione. Le famiglie di Capannori, Lucca e della Piana lucchese possono aggiungere un posto a tavola per un richiedente asilo ospitato nel loro territorio. Parte la seconda edizione del progetto “Aggiungi un posto a tavola” nato per favorire l’integrazione dei migranti della Cooperativa sociale Odissea con l’Osservatorio per la Pace del Comune di Capannori, la Caritas della Diocesi di Lucca e Cooperazione Missionaria Diocesi di Lucca.

Un’occasione per i residenti di scoprire chi sono veramente i richiedenti asilo, quali sono le loro storie, come sono arrivati e come si trovano in Italia. Le famiglie potranno fare loro domande e conoscerli faccia a faccia senza alcun pregiudizio, soltanto ascoltandoli in un clima conviviale. Un’iniziativa unica, nata in Garfagnana la scorsa estate, sono state 15 le famiglie e le corti di paese che hanno aderito all’iniziativa.

migranti saranno accompagnati da un operatorio della Cooperativa Odisseae e/o dell’Osservatorio per la Pace e saranno selezionati sulla base della loro disponibilità, conoscenza della lingua italiana e propensione alla socialità.

La vera integrazione si costruisce attraverso la conoscenza – afferma Valerio Bonetti, responsabile della Cooperativa sociale Odissea ecco perché abbiamo pensato a un momento di incontro per i migranti e le famiglie del territorio. Si tratta semplicemente di un modo per scambiare opinioni, scoprire magari che sono tante le cose che ci accomunano. Speriamo che siano in tanti a sfruttare l’occasione”. Per aderire è possibile scrivere a aggiungiunpostocapannori@gmail.com oppure chiamare lo 0583935251 da lunedì a venerdì (9:00-13:00).

Una delegazione di studenti americani provenienti da New York, dalla California, dal Texas, da Washington e dall’Iowa, a Sesto Fiorentino per studiare la migrazione europea attraverso il progetto di integrazione sul territorio avviato nel 2017 dalla cooperativa sociale Il Cenacolo con gli ospiti del centro di accoglienza Il Gerlino.

Dopo essere stata considerata esempio vincente dal quotidiano britannico The Guardian, questa volta un gruppo di studenti da 15 a 17 anni ha deciso di venire a conoscere l’esperienza di Sesto Fiorentino per studiare il fenomeno della migrazione in Europa e il funzionamento delle politiche pubbliche con l’insediamento del nuovo Governo.

Lunedì 9 luglio si è tenuto l’incontro tra migranti, studenti americani e rappresentanti dell’associazionismo del territorio per confrontarsi su tema dell’integrazione e dell’inclusione sociale in Italia e confrontarsi sul progetto di mediazione di strada a Sesto Fiorentino. Dopo l’incontro gli studenti sono stati accompagnati per Sesto Fiorentino a conoscere i commercianti, i cittadini e i rappresentanti delle associazioni sportive e culturali che hanno aderito al progetto nato per facilitare l’integrazione e sostenere la partecipazione dal basso valorizzando gli spazi urbani pubblici.

“Si tratta di una nuova occasione per noi molto importante di raccontare oltre oceano un progetto che funziona – spiega Matteo Conti, presidente della Cooperativa Il Cenacolo – e che ci sta regalando importanti soddisfazioni. A Sesto abbiamo la conferma che possono esistere esperienze positive di accoglienza, dialogo e integrazione quando si lavora con il territorio creando sinergie virtuose e convincenti.”

 

Nasce per trasformare i terreni incolti in orti biologici e per creare nuove opportunità di lavoro nell’area di Capannori il progetto “Giovan’Orti”. L’iniziativa per il recupero di terre e lavoro è promossa da Cooperativa Odissea, Caritas Lucca, Legambiente Capannori e Piana lucchese, Cooperativa Calafata, azienda agricola Carraia e azienda agricola Orto bio.

Un progetto realizzato nell’ambito del progetto di partecipazione civica sull’economia circolare ‘Circularicity’ promosso dal Comune di Capannori in collaborazione con l’Autorità Regionale per la partecipazione e finanziato in parte con il crowdfunding attraverso la piattaforma Eppela e in parte con contributi del Comune.

L’obiettivo è contrastare l’incolto agricolo, i terreni non coltivati nel nostro territorio, ma anche ‘l’incolto’ sociale, ovvero le risorse umane come, ad esempio, i giovani che non studiano e che non lavorano, i disoccupati di lunga durata, i disabili ed i richiedenti asilo – spiega Valerio Bonetti, responsabile della cooperativa Odissea – Il nostro scopo è mobilitare il lavoro di queste persone per produrre, vendere e distribuire ortaggi biologici prodotti sui terreni di recupero, innescando così un nuovo circuito economico virtuoso nel quale i ragazzi stranieri e gli abitanti del luogo possano lavorare la terra insieme “coltivando” l’integrazione e la rinascita della comunità”.

I prodotti agricoli saranno destinati all’auto-consumo, distribuiti a scopo benefico alle famiglie in condizioni di povertà, mentre le eccedenze saranno destinate alla vendita diretta attraverso gruppi di acquisto con una pressoché totale eliminazione di sprechi.

Un mega dipinto nella corte interna dello Student Hotel di Firenze, realizzato dai ragazzi ospitati nelle case di accoglienza per  minori stranieri  non accompagnati Gulliver e Mondoinsieme, gestite da Il Cenacolo – cooperativa aderente al Consorzio Co&So. Con loro hanno lavorato gli artisti della famosa community art Favela Painting, nata 12 anni fa con l’ obiettivo di colorare le grigie baracche di Rio de Janeiro, i sobborghi di North Philadelphia fino ai campi rifugio di Lesbo e rendere la vita dei suoi abitanti un po’ più dignitosa attraverso l’arte e la bellezza. Tre giorni di lavori intensi, 11 ragazzi coinvolti, e un’opera bellissima inaugurata con l’apertura dello Student Hotel

Il progetto è nato dall’incontro tra Cenacolo  e Charlie McGregor, Ceo & Founder TSH, che ha messo in contatto la cooperativa con la United Painting Crew.

E’ stato un progetto nato per caso, una fortuita coincidenza  – racconta Chiara Meiattini de Il Cenacolo – Quello che doveva essere un problema di vicinato si è rivelato una grande opportunità di conoscenza e di condivisione. Abbiamo intenzione di continuare questa collaborazione con Favela Pianting e The Student Hotel, soprattutto per dare ai ragazzi nostri ospiti una possibilità in più per integrarsi e migliorare la loro vita. Il nostro obiettivo è costruire progetti di accoglienza destinati ai migranti che si traducano sempre di più in occasioni di sviluppo per tutto il territorio”

Sono quadri nati da un’arte diversa, realizzati da artisti forse inconsapevoli e per questo ancora più affascinanti. A Lucca, da domani, martedì 29 maggio, fino al 7 giugno, al Palazzo Ducale, sono  in mostra le opere delle persone con disabilità mentale che frequentano i servizi della cooperativa sociale La Mano Amica

 

Si chiama art brut, in inglese è conosciuta come outsider art, in Italia l’abbiamo ribattezzata arte irregolare. Tanti nomi per descrivere un’espressione artistica unica, che racconta il mondo interiore di persone con problematiche mentali che hanno avuto modo di esprimersi in laboratori di arte figurative, nei centri diurni e nelle residenze di Lucca e della Versilia. 19 artisti le cui opere, più di un centinaio,  sono state selezionate da Nadia Buonamici, psicoterapeuta e arte-terapeuta della cooperativa.

 

“L’immaginario svelato”, così si chiama la mostra fatta di ritratti, collage, figure astratte che restituiscono a chi li osserva un mondo nuovo,  da scoprire, da cui traspare sofferenza e purezza. 

“Sono artisti speciali, che riescono a stupirci – spiega Elisabetta Gonnella, responsabile area Salute mentale della cooperativa La Mano Amica –  La loro è un’arte irregolare, che nasce dal profondo, è pura perché non contaminata da imposizioni sociali eppure manda  messaggi estremamente chiari. Con questo progetto abbiamo voluto dare  la possibilità di esprimersi a persone che  hanno delle capacità artistiche potenti, ma che, a causa delle difficoltà che vivono, non potrebbero mai emergere. L’arte ha una grande funzione di riabilitazione, è anche un canale di comunicazione  importante per  noi terapeuti. Ma soprattutto è per loro gratificante, perché gli restituisce un posto all’interno della comunità”

 

La mostra verrà inaugurata domani pomeriggio alle 17.30 al Palazzo Ducale di Lucca con un aperitivo offerto dalla cooperativa La Mano Amica nel Cortile degli Svizzeri. Nel corso della mostra ci saranno workshop, a ingresso gratuito, dalle 16 alle 18, a partire da venerdì 1 giugno con il laboratorio di collage tenuto dalle terapeute Nadia Buonamici e Giuliana Batignani. Lunedì 4 giugno si terrà un laboratorio di arte mediata e poi mercoledì 6 giugno un altro sull’ascolto musicale.

 

La mostra sarà aperta dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 11.30 e dalle 15 alle 18. Dopo il 7 giugno, il progetto diventerà itinerante, toccando vari comuni della provincia di Lucca

Sarà una sfida all’ultima forchettata fra tagliatelle ai funghi (rigorosa ricetta tradizionale toscana) da una parte e cous cous in salsa vegetariana (dalla tradizione africana) dall’altra. L’appuntamento è sabato 26 maggio, dalle 18 alle 21 in p.zza Ginori a Sesto Fiorentino.

La singolare gara, che richiama scherzosamente fin dal titolo “Master Cas” il noto programma tv cult di sfida culinaria, proprio come a MasterChef vede una competizione piatto contro piatto, salsa contro salsa, fra la tradizione della cucina locale e quella importata da giovani provenienti dal continente africano. CAS infatti sta per centro d’accoglienza straordinaria cioè centri che si occupano dell’accoglienza e dei progetti di integrazione dei cittadini che emigrano da noi.

A giudicare però non ci saranno i nuovi guru dei programmi di cucina, ma più democraticamente i palati di persone normali che con un’offerta libera per un giorno (almeno) potranno sentirsi i nuovi Cracco. Toccherà infatti a una giuria popolare decidere la palma del migliore piatto e quindi del cuoco (o della cuoca) da premiare. Insomma una giuria popolare che assaggia e vota quello che gli è piaciuto di più. Ai vincitori andranno in premio buoni spesa offerti dai negozianti del centro commerciale naturale di Sesto Fiorentino.

Funziona così: le persone che vogliono partecipare, in cambio di una un’offerta libera, saranno dotati di posate e due cartoncini, uno rosso e uno blu con cui votare la squadra prescelta. Infatti a Master Cas (proprio come a Master Chef) le squadre, miste, saranno due, rossa e blu. I due gruppi sono composti dai migranti accolti nel centro di accoglienza Il Gerlino, che hanno appena concluso il corso di formazione Ristorazione e sala presso il Circolo La Rinascita, realizzato da Co&So e coop. Il Cenacolo, da scout, e dai membri delle associazioni di volontariato del territorio. E la sfida, ovviamente, sarà fra un menù di cucina tipica toscana e uno africano. Da una parte pasta fresca (tortelli e tagliatelle) con ragù e sugo ai funghi dall’altra salsa vegetariana, cous cous e banko

Migliorare l’inclusione degli studenti con disabilità intellettiva nei percorsi di alternanza scuola lavoro, nelle esperienze di tirocinio curriculare e nelle mobilità europee. Sono gli obiettivi del progetto Incluvet di cui FormAzione CO&SO Network è promotore, finanziato dal programma Erasmus Plus dell’Unione Europea KA2-Partenariati Strategici.

INCLUVET promuove la formazione di insegnanti e personale che lavorano con studenti disabili allo scopo di rendere pIù concreta la loro esperienza di tirocinio o di alternanza scuola-lavoro e, di conseguenza,  aumentare le possibilità di ottenere una futura occupazione anche in un contesto europeo.

La formazione dei docenti degli istituti tecnino-professionali sarà regolata da linee guida.  Saranno, inoltre, creati un Vademecum per tutor aziendali, da distribuire ai mentori allo scopo di supportare gli studenti con disabilità intellettiva nei percorsi di tirocinio, e  un vademecum per la mobilità rivolto agli accompagnatori.

Le linee guida e i vademecum sono stato oggetto del secondo meeting transnazionale del progetto che si è svolto lo scorso 10 e l’11 Aprile 2018, presso la sede dell’Institut National Superieur De Formation Et De Recherche Pour L’education Des Jeunes Handicapes Et Les Enseignements Adaptes (INS Hea) a Suresnes (Parigi). E’ stata l’occasione per fare il punto sui primi risultati dei focus group realizzati in ogni paese partner, CHE hanno coinvolto circa 75 docenti.

Per maggiori informazioni  ed essere aggiornato sull’andamento del progetto è possibile visitare il sito www.incluvet.eu

 

Un progetto di mediazione di strada a Prato per i senza dimora nato nel 2015 che è diventato un modello di intervento capace di risolvere situazioni di degrado e di conflitto e di sviluppare legami solidali.

Si chiama NOI – Mediazione di Strada, coordinato dalla cooperativa sociale “Il Cenacolo” aderente al Consorzio Co&So, con la cooperativa “Pane e Rose”e finanziato dal Comune di Prato e dalla Regione Toscana nell’ambito del Progetto Prato, in collaborazione con il Pin Polo Universitario Pratese.

 

Il progetto diventa oggetto di studio in un convegno in programma il prossimo 14 maggio, dalle ore 9, nella sala conferenze R.Berti della Biblioteca Lazzerini di Prato (via Puccetti 3)

 

Qui il programma

 

Un’intera giornata in cui si approfondiranno metodi e si condivideranno esperienze sull’inclusione sociale, ascoltando gli operatori e i comitati di cittadini. Interverrano Simone Faggi, vicesindaco Comune dI Prato e gli assessori Simona Mangani (Cultura) e Luigi Biancalani (Servizi Sociali e Sanità). Parteciperà all’incontro anche il Gruppo Abele di Don Luigi Ciotti

 

Ai parteciparti al convegno verrà rilasciato, su richiesta,  un attestato di partecipazione con l’indicazione delle ore di presenza

Per informazioni: Simonetta Giotti – Coordinamento Professionale Comune di Prato s.giotti@comune.prato.it;
Veronica Pugi – Responsabile gestione qualità agenzia formativa del Comune di Prato v.pugi@comune.prato.it

 

Lo scorso anno, l’attività di mediazione e sostegno degli operatori e dei professionisti ha coinvolto 320 persone che vivono una condizione di marginalità, 268 uomini, 42 donne e una famiglia.  204 tra i 30 e i 49, 55 tra i 50-65 anni, 45 tra i 18 e i 29 anni, poi 5 minori e 11 persone oltre i 65 anni. Le persone intercettate con problemi di tossicodipendenze sono state 81, 39 invece sono le persone intercettate che vivono per strada con problemi di tipo psicologico o psichiatrico.Quest’anno il Progetto NOI cresce. Gli operatori passano da 3 a 6: verranno inserite la figura di un legale e di uno psicologo, per venire incontro a tutte le esigenze e dare risposte più immediate e risolutive ai bisogni; a presidiare le strade ci sarà anche un infermiere di strada, che aiuterà le persone a iscriversi al servizio sanitario, a scegliere il medico e il pediatra, faciliterà l’accesso alle strutture sanitarie e valuterà le condizioni di salute generali delle persone senza dimora. Verrà intensificata la collaborazione con le scuole, dopo la positiva esperienza nella scuola dell’Infanzia “Il Campino” sulla sensibilizzazione verso la raccolta dei rifiuti pericolosi. Proseguirà inoltre il lavoro mattutino nelle stazioni, portando la colazione alle persone che lì dormono per instaurare così legami nuovi