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“L’obiettivo finale sarà avere un’azienda agricola in grado di produrre e stare sul mercato grazie alla qualità dei suoi prodotti, a cominciare naturalmente dall’olio, e quindi in grado di dare lavoro a dei giovani che appartengono a categorie svantaggiate. Perché una occupazione non significa solo reddito e quindi la capacità di guardare con più certezze al futuro, ma anche un ruolo nella società evitando la solitudine e l’assistenzialismo fine a se stesso”. Così Samuele Pii, direttore del consorzio Coltibio di Co&So, di cui fa parte la cooperativa Frantoio del Parco, spiega il senso dell’iniziativa che oramai da due anni si sta realizzando nel Parco della Maremma.

“Il progetto dell’olio “Antico Frantoio del Parco” – racconta Pii – è iniziato nel 2016 quando, grazie a un bando pubblico promosso daEnte TerreRegionali Toscane, nell’ambito del progetto “Banca della Terra”, la Cooperativa Frantoio del Parco ha avuto in concessione dalla Regione Toscana 200 ettari di uliveti, di cui 150 ettari certificati biologici e IGP Toscano, e un frantoio situati all’interno del Parco della Maremma e nella frazione di Enaoli a Rispescia (GR). Sia gli uliveti che il frantoio erano stati lasciati abbandonati da più d10 anni. Da quello stato di degrado siamo partiti e abbiamo onestamente fatta molta strada”.

Infatti la Cooperativa Agricola Frantoio del Parco, con il sostegno della Chico Mendes Società Cooperativa Sociale, fondatrice della rete di Altromercato in Italia, sta riportando le piante in salute e sta raccogliendo le olive di quattro diverse varietà presenti all’interno del Parco (le cultivar principali sono: pendolino, leccino, moraiolo e frantoio), per produrre un olio extra vergine di oliva biologico e con denominazione di Indicazione Geografica Protetta toscana. Dal 2016 sono stati prodotti 5.000 litri di olio e 3.000 bottiglie che sono state vendute nelle botteghe di prodotti tipici, nei negozi biologici e attraverso i canali del commercio equo e solidale.

Sono già stati curati circa 10.000 ulivi – specifica il direttore di Coltibio – e ne rimangono 20.000 da potare. Tutto il lavoro di recupero è stato svolto, e continuerà ad essere svolto, nel rispetto dell’ambiente, delle persone e della legalità. Ora, il prossimo obiettivo sarà aprire il frantoio e stringere nuove collaborazioni con soggetti pubblici e privati che condividono la nostra visione e che vedono nei progetti di recupero del patrimonio comune una opportunità per migliorare la società in cui viviamo”.

Rimettere in piedi e funzionante il frantoio in tempo per la prossima campagna olearia infatti permetterà di molire le olive autonomamente ed in futuro non è da escludere la possibilità di molire anche le olive di altri olivicoltori della zona. Con ovvie ricadute occupazionali.

“Fin qui sono già stati assunti 3 operai agricoli – spiega Pii – ma l’obiettivo a lungo termine è di assumere almeno altri giovani, in particolare nei periodi della raccolta e della potatura, che verranno scelti tra gli appartenenti a categorie svantaggiate. Questo è possibile grazie al progressivo recupero degli ulivi, che permetterà negli anni di generare sempre nuove posizioni lavorative per il lavoro nei campi, in frantoio e nei punti vendita che verranno attivati sul territorio”.

“Il tutto ovviamente accompagnato da un continuo supporto formativo volto a garantire lo sviluppo di nuove competenze che permettano di mantenere un’occupazione a lungo termine e di generare nuova imprenditorialità, rivitalizzando aree agricole depresse e abbandonate” conclude Pii.

 

Punti vendita:

La Bottega di Alberese (Via dell’Artigliere, 1/4, 58100 Alberese GR)

La Bottega Maremmama (Via del Bersagliere, 2, 58100 Alberese GR)

Punto vendita presso il Centro Servizi, strada del mare, Parco della Maremma (GR) a 150 metri dalla spiaggia di Marina di Alberese.

Le botteghe Chico Mendes Altromercato di Milano e Brescia (http://chicomendes.it/scopri-le-nostre-botteghe/)

Il sito di vendita online di Chico Mendes Altromercato (http://webshop.chicomendes.it/)

Nasce per trasformare i terreni incolti in orti biologici e per creare nuove opportunità di lavoro nell’area di Capannori il progetto “Giovan’Orti”. L’iniziativa per il recupero di terre e lavoro è promossa da Cooperativa Odissea, Caritas Lucca, Legambiente Capannori e Piana lucchese, Cooperativa Calafata, azienda agricola Carraia e azienda agricola Orto bio.

Un progetto realizzato nell’ambito del progetto di partecipazione civica sull’economia circolare ‘Circularicity’ promosso dal Comune di Capannori in collaborazione con l’Autorità Regionale per la partecipazione e finanziato in parte con il crowdfunding attraverso la piattaforma Eppela e in parte con contributi del Comune.

L’obiettivo è contrastare l’incolto agricolo, i terreni non coltivati nel nostro territorio, ma anche ‘l’incolto’ sociale, ovvero le risorse umane come, ad esempio, i giovani che non studiano e che non lavorano, i disoccupati di lunga durata, i disabili ed i richiedenti asilo – spiega Valerio Bonetti, responsabile della cooperativa Odissea – Il nostro scopo è mobilitare il lavoro di queste persone per produrre, vendere e distribuire ortaggi biologici prodotti sui terreni di recupero, innescando così un nuovo circuito economico virtuoso nel quale i ragazzi stranieri e gli abitanti del luogo possano lavorare la terra insieme “coltivando” l’integrazione e la rinascita della comunità”.

I prodotti agricoli saranno destinati all’auto-consumo, distribuiti a scopo benefico alle famiglie in condizioni di povertà, mentre le eccedenze saranno destinate alla vendita diretta attraverso gruppi di acquisto con una pressoché totale eliminazione di sprechi.